venerdì 20 gennaio 2017
La nuova tragedia a Crognoleto, nel Teramano, dove sono oltre 80 i Comuni che non sono ancora stati raggiunti dai mezzi di soccorso. Al buio e la freddo ci sono 37mila famiglie
Altre tre vittime. I sindaci: «Qui siamo come in guerra»
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«Dateci la benzina, la benzina!». Una voce sovrasta il brusio costante nella sede delle Provincia di Teramo. Dove da cinque giorni ormai anche addetti stampa e tecnici sono mobilitati. Pensare che le Province, sulla carta, sono state (quasi) abolite: guai a parlarne fino al disastro d’Abruzzo, anche se le strade sono rimaste di loro competenza. Ed ecco spiegato il campo di battaglia negli uffici di Teramo: dei vivi e dei morti si occupano altrove. Qui, tocca rendere percorribili le statali e le provinciali.
La lista delle emergenze è infinita, ma il carburante per alimentare i mezzi è la prima: i distributori sono quasi tutti fuori gioco a causa del black-out, che nel Teramano va avanti da domenica e che vede oltre 37mila utenze fuori uso (sulle 45mila ancora inattive nell’intera regione). Una situazione ai limiti della realtà, cui l’Enel non riesce a venire a capo. Senza benzina spazzaneve e turbine sono fuori uso, non si muovono le colonne dei soccorsi. Senza benzina non si sollevano gli elicotteri. E le 37mila famiglie restano abbandonate a se stesse, al buio, al freddo.

Succede a Basciano, da dove il vicesindaco Ercole Di Filippo ha lanciato un drammatico appello: «Abbiamo bambini, anziani con i respiratori e dializzati, che sono murati vivi in casa. Stiamo finendo le scorte di cibo, siamo allo stremo». In paese si sprofonda, ci sono decine di animali vivi sepolti sotto le stalle crollate, la luce manca da cinque giorni «e non è arrivata nemmeno una pala, non ci è stato dato nulla». In Provincia conoscono bene la situazione, la strada che porta al paese è impercorribile come altre 80 almeno nella corona di comuni montani che abbraccia Teramo in direzione del Gran Sasso: «Ma non abbiamo la benzina, dateci la benzina!» continua a ripetere l’operatore della Provincia al telefono.

Ieri pomeriggio senza carburante è rimasto anche l’elicottero che avrebbe dovuto soccorrere il migliaio di abitanti isolati a Valle Castellana: cumuli fino a tre metri di neve, le famiglie riversate nelle caserme dei carabinieri che si sono trasformate in centri d’accoglienza. Pietracamela, dove gli abitanti e i turisti si erano rifugiati in un albergo, è stata raggiunta dai soccorsi a fatica nella mattinata di ieri, mentre a Prati di Tivo – una località sciistica che dista circa cinque chilometri dal paese – restano ancora bloccate 24 persone in due resort, uno dei quali sfiorato da una slavina proprio come al Rigopiano. Anche loro senza luce, terrorizzati.
Situazione drammatica a Crognoleto, dove ieri sono stati recuperati i corpi senza vita di due dispersi: padre e figlio si erano allontanati da casa per prendere una pizza, giovedì sera, e non erano più tornati. Il corpo del ragazzo, 23 anni, è stato trovato lungo la strada comunale, quello del padre, 50, in una piccola scarpata piena di neve ghiacciata lì vicino. Anche il 73enne disperso mercoledì sotto una slavina ad Ortolano, nell’Aquilano, è stato ritrovato morto ieri mattina. La terza vittima della morsa infernale di gelo e terremoto.

Castel Castagna è in ginocchio. Il sindaco, Rosanna De Antoniis, in strada giorno e notte: «Abbiamo due metri di neve, a dire il vero non sappiamo più nemmeno se chiamarla così – racconta –. Questo mostro ha buttato giù tutti i nostri capannoni, ci intrappola in casa, abbiamo ancora frazioni che non riusciamo a raggiungere come Ronzano, dove oltre 20 persone sono isolate e al buio da cinque giorni». In paese mercoledì è morto un anziano allevatore: «La gente cerca gli animali, abbiamo centinaia di animali morti sotto i tetti e le macerie». I giovani aiutano, chi può scava, spala, «ci dividiamo le scorte di cibo. È come la guerra».

A Montorio al Vomano manca tutto. Il Comune ha lanciato il suo Sos su Facebook: «Utilizziamo anche questo canale per ribadire a Prefettura, Provincia, Regione, Protezione Civile ed ogni altro ente sovracomunale la gravità della situazione. Aiutateci!». In paese funziona un solo telefono, si fa a turno per rispondere a chi chiama per le emergenze e le richieste di soccorso. In sottofondo il rumore della turbina, che è arrivata dall’aeroporto di Milano Malpensa. «Non ha le catene – spiega l’assessore all’ambiente Agnese Testa –, ma ci ha fatto aprire un varco verso la frazione di Cusciano». Una ventina tra anziani e bambini salvati: «Non basta, siamo senza luce e senza cibo. Aiutateci».

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