Lo fanno innanzitutto per variare la dieta, eppoi perché fanno anche bene al pianeta. Stiamo parlando degli alimenti a base vegetale o meglio, per dirla con le parole della nutrizionista dello Ieo, l’Istituto oncologico europeo di Milano, “ si parla di alimenti 100% vegetale”. Non c’entra niente la farina di grillo o ancora la carne sintetica che hanno tenuto banco nelle ultime settimane. Si parla di frutta, verdura, legumi, cereali, semi, frutta a guscio e anche alghe. Nuovi prodotti, come i burger, le granole, il latte di mandorla o di soia. In questo momento c’è chi li ama e chi li odia. “Questi alimenti non devono stravolgere la dieta – spiegano gli esperti – perché il principale obiettivo è quello di ridurre le proteine animali nei tre pasti principali”.
Sono 22 milioni gli italiani che oggi consumano prodotti a base vegetale e il 25% di chi ancora non li ha provati dichiara che lo farà in futuro. Il comparto è in continua crescita e nel 2022, i consumi di alimenti e bevande hanno registrato un ulteriore incremento di quasi 3 punti percentuali (+2,8%).
Ma chi li sceglie, li conosce davvero? A questa domanda ha cercato di rispondere l'indagine "Gli Italiani e i prodotti a base vegetale”, condotta da AstraRicerche per il Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, per scoprire quanto gli italiani sanno dei plant-based e quali pregiudizi, invece, aleggiano ancora intorno al comparto. Sulla loro sostenibilità ad esempio quasi 8 conoscitori su 10 (77,5%) sono concordi. Restano dubbi solo tra un 15,6% che pensa erroneamente che questi prodotti siano realizzati consumando molta acqua e producendo ingenti quantità di anidride carbonica.
“È una credenza errata: numerosi studi hanno dimostrato che i prodotti vegetali hanno un ridotto impatto ambientale”, conferma Ludovica Principato, Professoressa Aggregata in Gestione Sostenibile di impresa, Università Roma Tre. “Il cibo che consumiamo ha un impatto diretto sul Pianeta e sull’uso delle sue risorse naturali: in Italia, l’adozione diffusa di una dieta ‘flexitariana’, più ricca di alimenti di origine vegetale (come verdura, frutta, cereali integrali, legumi), avrebbe effetti molto positivi in termini di minori emissioni di gas serra e maggiore risparmio idrico, rispetto all’attuale regime alimentare seguito nel nostro Paese: si produrrebbero gas serra equivalenti a 106 Mt CO2eq, anziché 187; verrebbero utilizzati terreni coltivati pari a 15.000 campi di calcio, anziché 20.000; l’acqua consumata sarebbe pari a 17 km³, anziché 26, con un risparmio idrico equivalente a 3 milioni e 600 mila piscine olimpioniche ”.
Alcuni parlano già di un’alimentazione positiva. Positiva per la salute dell’uomo-consumatore, oltre che per la salute del pianeta. “Ormai tutte le linee guida e le istituzioni internazionali ci dicono che avere una alimentazioni che sia perlopiù vegetale, una dieta che contempli almeno due terzi di alimenti 100% vegetali, ci fa ammalare di meno e ci fa vivere meglio – spiega Lucilla Titta biologa nutrizionista e ricercatrice presso l'Istituto Europeo di Oncologia-Ieo di Milano – è importante anche variare il menù, non solo diminuendo il consumo di carne ma anche i prodotti di origine animale”. La novità degli alimenti 100% vegetali, spiega Titta, sta nel modo in cui questi ingredienti vengono usati per creare qualcosa che prima non esisteva e che i consumatori hanno dimostrato apprezzare. In particolare stiamo parlando dei burger vegetali, uno dei prodotti “iconici” del comparto. Solo il 4,7% degli intervistati non ne ha mai sentito parlare e solo 1 persona su 10 (13,6%) tra chi conosce i burger vegetali e la carne sintetica nutre ancora l’errata convinzione che questi prodotti possano essere la stessa cosa. Per un esiguo 6% sarebbero addirittura ‘realizzati in laboratorio’. Tutti pregiudizi da sfatare. “Plant-based e carne sintetica (o, per meglio dire, “carne coltivata”) sono due prodotti totalmente differenti, tanto per caratteristiche quanto per composizione e non hanno punti di contatto. Chi la pensa diversamente ha un’errata convinzione che va sfatata. Gli alimenti 100% vegetali nascono da materie prime vegetali che fanno parte da sempre della nostra alimentazione, come verdure, cereali e legumi”, spiega Lucilla Titta. I sistemi agroalimentari, infine, “possono essere vittime e carnefici ma possono anche essere la soluzione della crisi climatica – conclude Principato - Gli studi ci dicono che se ci spostassimo tutti verso regimi alimentari più sostenibili si ridurrebbe l'attività antropica in termini di co2”.