Lo sbarco dei migranti della Alex a Lampedusa (Foto Ilaria Solaini)
Ore 12 di domenica "Auspico che siano organizzati in modo esteso e concertato i corridoi umanitari per i migranti più bisognosi". Sono le parole di papa Francesco al termine dell’Angelus, dopo aver ricordato oltre all’attacco aereo in Libia che ha colpito il centro di detenzione di migranti di Tajoura, "anche tutte le vittime delle stragi che recentemente sono state compiute in Afghanistan, Mali, Burkina Faso e Niger".
Ore 2 di domenica Sbarcati nella notte, a telecamere quasi spente, tutti i migranti rimasti a bordo della barca Alex & co di Mediterranea. La svolta è arrivata dopo il sequestro della imbarcazione notificato dalla Gdf al comandante Tommaso Stella, che è indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per aver violato il codice della navigazione non avendo rispettato l’alt imposto da una nave da guerra. Il resto dell'equipaggio non è indagato.
Le persone soccorse sono state portate nella notte al centro di accoglienza di Lampedusa.
Ore 19.45 Alex & Co si dirige verso il molo Favoloro per permettere al molo commerciale, dove si trovava prima, l'attracco del traghetto in arrivo da Porto Empedocle.
Ore 19.30 Evacuato un ragazzo di 15 anni, che era stato venduto come schiavo in Libia e aveva subito abusi sessuali come poi ha confidato al medico di bordo una volta ottenuta la sua fiducia. "Il primo giorno sembrava sotto choc, stava solo in silenzio, sempre seduto, come una persona che avesse subito un forte trauma - ha spiegato Giulia Berberi -. Con le cure e le attenzioni dategli ha avuto una piccola reazione, ma era troppo debole ed era preferibile farlo sbarcare".
Ore 19 Alla Alex & co è stato chiesto di spostarsi al molo Favaloro, per consentire il rifornimento d'acqua necessario per rimettere in funzione bagni, e nel frattempo è salita a bordo un medico che sta facendo altri controlli medici alle persone soccorse.
Ore 18.15 A un'ora dall'attracco non sono ancora iniziate le operazioni di disimbarco. Alcune persone stremate chiedono aiuto al medico di bordo. L'ufficiale in comando della capitaneria di porto ha comunicato di non aver avuto indicazioni per lo sbarco dall'autorità competente, il Viminale. Viene ventilata l'ipotesi che facciano rifornimento di gasolio e acqua alla Alex & co e che scortati da due motovedette le impongano di raggiungere Malta.
Ore 17.15 La Alex & co arriva al porto di Lampedusa. La capitaneria di porto indica la banchina commerciale come punto di approdo e specifica: non siete autorizzati a entrare, lo fate sotto la vostra responsabilità. Le forze dell'ordine sono schierate. All'arrivo dal porto si sono uditi anche insulti nei confronti dei migranti. Lo sbarco non viene autorizzato dal Viminale.
ore 16.30 La nave Alex è ormai in acque territoriali italiane dopo avere forzato il blocco e diretta a Lampedusa, è scortata ai lati da due motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza. Nuova comunicazione dalla motovedetta della Gdf: Mediterranea viene avvisata che questa operazione significa resistenza a nave da guerra.
ore 15.30 La guardia di Finanza a voce chiede al comandante Stelle e al capomissione Palazzotto di fermare i motori. Ma il parlamentare di Sinistra italiana si limita ad allargare le braccia, e la barca Alex & co prosegue a una velocità di 6 nodi diretta verso il porto di Lampedusa.
Ore 15 La Guardia di finanza ha avvisato il capomissione di Mediterranea che oltrepassando il limite delle acque nazionali si va incontro a sanzioni amministrative e a responsabilità penali. "La mancata assistenza di questi giorni non ci ha permesso di mantenere le condizioni di sicurezza e di dignità delle persone soccorse e dell'equipaggio", ha risposto il capomissione Erasmo Palazzotto "e ci siamo visti costretti a questa scelta" non senza aver prima avvisato la centrale operativa di Roma e la capitaneria di porto di Lampedusa.
ore 14 La Alex & Co. punta la sua prua verso Lampedusa. Il veliero della missione Mediterranea ha deciso di entrare in porto, pur non avendo l'autorizzazione, ma avendo prima informato la centrale operativa di Roma e la Guardia costiera dell'isola.
Dopo 45 ore di stallo le condizioni igienico-sanitarie sono al collasso. Il comandante aveva già comunicato che l'acqua a bordo della Alex & co è terminata. Ce n'è ancora in bottiglia, ma dai lavandini e dagli scarichi dei bagni non ne esce più e questo rende ancora più faticosa la permanenza sulla barca a vela di Mediterranea.
Il caldo torrido e l'impossibilità di muoversi per le persone soccorse si vanno a sommare alle violenze, agli abusi subiti nei centri di detenzione in Libia. "Non possiamo resistere oltre, le scorte d'acqua sulla barca si stanno esaurendo - aveva spiegato il medico di bordo di Mediterranea Giulia Berberi, dopo il controllo medico quotidiano -. Allo stato attuale non si dichiarano situazioni di emergenza, perché è la condizione generale - 57 persone stipate in una barca di 18 metri oramai da 44 ore - a essere l'emergenza stessa".
il retroscena PERCHÉ L'ACCORDO CON MALTA E' FALLITO di Ilaria Solaini
Il fronte politico: botta e risposta tra Viminale e Difesa
Nel giorno dell'arrivo a Lampedusa della Alex & Co. si apre anche una crepa nel governo: Salvini in una diretta Facebook ha detto che "ogni tanto mi sento politicamente un po' solo. Infatti chiederò al ministro della Difesa e al ministro dell'Economia che comandano la Marina militare e la Guardia di Finanza di aiutarci in questa battaglia di civiltà, di legalità, per salvare vite". Fonti della Difesa però replicano spiegando che "da giorni abbiamo offerto supporto al Viminale sulla situazione di queste ore e il Viminale lo ha respinto, in più di una occasione".
E il botta e risposta è continuato: "In riferimento alle fonti della DIfesa - affermano fonti del Viminale - che sostengono di aver offerto supporto al Viminale, ottenendo risposta negativa, si segnala che il supporto è necessario per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto".
Tra l'altro per la Alex & ci si prospetta un destino incerto. Salvini infatti ha annunciato un innalzamento delle multe fino a un milione di euro e sequestri più semplici dei mezzi, nel decreto sicurezza bis, per coloro che bolla come complici degli scafisti. "La nave dei centri sociali, che a quest'ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro. Infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Questi non sono 'salvatori', questi sono complici dei trafficanti di esseri umani". E ancora: è in corso non un soccorso, ma operazioni pianificate di invasione del Continente europeo sponsorizzate da miliardari non da filantropi, da speculatori miliardari alla Soros, che vogliono cancellare popoli, radici, culture e tradizioni e vogliono nuovi schiavi".
La Alan Kurdi inverte la rotta e si dirige verso Malta
Nella notte, proprio mentre dalla Alex sbarcavano i migranti, la Alan Kurdi della ong Sea Eye, da un giorno ferma davanti a Lampedusa in attesa di un porto sicuro, ha invertito la marcia e fatto rotta verso Malta.
In un tweet, l'ong sottolinea: "Non possiamo aspettare che prevalga lo stato di emergenza. Ora bisogna dimostrare se i governi europei appoggiano l'atteggiamento dell'Italia. Le vite umane non sono una merce di scambio". A bordo, ci sono 65 naufraghi soccorsi venerdì e recuperati da un gommone.
Sabato mattina la Guardia di finanza aveva notificato al comandante il divieto d'ingresso nelle acque italiane, ma la ong aveva proseguire verso Lampedusa: "Non siamo intimiditi da un ministro dell'interno - twitta Sea Eye - ma siamo diretti verso il più vicino porto sicuro. Si applica la legge del mare, anche quando qualche rappresentante di governo rifiuta di crederlo". In Germania, secondo quanto dice la stessa Sea Eye, ci sarebbero "oltre 70 città disposte ad accogliere le persone soccorse", ma ad ora la situazione appare ancora bloccata.
Sabato sera Gorden Isler, presidente di Sea Eye a bordo della Alan Kurdi, aveva spiegato che "non ci sono emergenze e non ci sono grossi problemi medici. Ma ci sono 39 minorenni a bordo, che sono particolarmente vulnerabili. Pertanto, è importante il più rapidamente possibile arrivare a una soluzione europea consensuale".
Il ministro degli Esteri tedesco Horst Seehofer ha scritto una lettera al suo omologo Salvini, ribadendo la disponibilità ad accogliere alcuni dei migranti a bordo della Alan Kurdi e della Alex & co. come "parte di una soluzione basata sulla solidarietà europea", sollecita un ripensamento e l'apertura dei porti italiani. Pronta la replica di Salvini: "Il governo tedesco mi chiede di aprire i porti italiani ai barconi? Assolutamente no. Chiediamo anzi al governo Merkel di ritirare la bandiera tedesca a navi che aiutano trafficanti e scafisti, e di rimpatriare i loro cittadini che ignorano le leggi italiane".
Salvini ora riconosce: la Libia non è un porto sicuro
Intanto, il ministro dell'Interno Matteo Salvini riconosce che "in questo momento" la Libia non è un porto sicuro: "La guardia libica - aggiunge - sta facendo un buon lavoro". Quanto all'ipotesi del premier libico Serraj circa la liberazione di 8.000 migranti dai centri, "stiamo lavorando con il governo libico perchè la situazione torni tranquilla". L'obiettivo, afferma ancora Salvini, "non è quello di smistarli in Europa. C'è una guardia costiera che lavora bene, c'è un governo legittimamente riconosciuto e con loro ragioniamo".