Se c' erano ancora dubbi sull' esistenza di una nuova faida di Scampia, l'omicidio di Raffaele Abete dell'altra notte sembra averli dissolti. Gli agguati mortali che si sono intensificati dall' inizio dell' estate non sono regolamenti di conti interni, ma l' effetto di nuovi equilibri criminali tra Scampia, Secondigliano e l'area a nord di Napoli. Raffaele Abete, 42 anni, è stato ucciso poco prima delle 2 davanti a un bar-caffetteria dal quale era appena uscito, in via Roma verso Scampia, con tre colpi esplosi a distanza ravvicinata. Aveva precedenti penali per rapina ed associazione per delinquere, ma sopratutto era il fratello di Arcangelo Abete, divenuto uno dei capi degli "scissionisti" che nel 2004 lasciarono il clan Di Lauro. Gli Abete sono alleati alle famiglie Notturno, Abbinante ed Aprea, in lotta con gli emergenti di via Vanella Grassi.Abete abitava al lotto TA di via Ghisleri, nel cuore della piazza di spaccio di Scampia. Secondo gli investigatori l' agguato potrebbe essere una risposta all' omicidio di Gaetano Marino, 48 anni, detto "0' moncherino", per la mancanza delle mani, avvenuto il 28 agosto in uno stabilimento balneare a Terracina (Latina). Marino, elemento di spicco degli "scissionisti" e fratello del boss Gennaro, era sospettato di essersi avvicinato al gruppo di via Vanella Grassi.L' agguato segue di quattro giorni la nuova massiccia operazione interforze a Scampia disposta dal prefetto di Napoli e sembra un'arrogante risposta dei clan alle rinnovate dichiarazioni di impegno dello Stato. "Nell' ultimo periodo abbiamo attuato dei forti controlli sul territorio. Probabilmente non è bastato e dovremo fare di più", ha commentato il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri."Basta retorica anti-camorra e passerelle - dice il presidente della Municipalità di Scampia,
Angelo Pisani - quello che serve è il presidio integrale del territorio". Il 30 agosto in una riunione del Comitato per l' Ordine pubblico e la sicurezza il prefetto Andrea De Martino aveva annunciato l' ambizioso obbiettivo di "chiudere le piazze di spaccio di Scampia". La nuova faida tra fazioni camorriste, dopo quella sanguinosa del 2004, ha come posta in gioco proprio il controllo di quelle piazze, ad altissima redditività per i clan. E' per questo che quelli della Vanella Grassi - come si dice in una intercettazione - "se sò avutàte" ("si sono girati"). Cioé hanno cambiato bruscamente alleanze, innescando la nuova guerra di camorra a Scampia.
CARDINALE SEPE: È UN TUMORE, MA LO STATO C'ÈNella riunione fatta recentemente a Napoli, ha ricordato il cardinale
Crescenzio Sepe "si era detto che ormai inizia la guerra, una guerra che in un certo momento si era un pò stabilizzata, non perchè avessero trovato degli equilibri ma perché ancora l'uno contro l'altro non riuscivano a prevalere". "Con questi ultimi omicidi - ha proseguito il cardinale di Napoli - ormai c'è lo scatenamento". Però, ha aggiunto "c'è una grossa presenza, c'è un grosso impegno da parte delle istituzioni, della magistratura. delle forze dell'ordine per cercare di arginare questo fenomeno". Il "tumore" denunciato da Sepe si alimenta col fatto che i camorristi "hanno soldi, possono prendere chi vogliono, quanti ne vogliono: quindi, in nome anche del dio denaro, riescono ad avere forza, perché la loro forza è lì". "Ma devo dire - ha concluso il porporato - che negli ultimi tempi c'è stata unaforte presa di coscienza da parte delle istituzioni per arginare il fenomeno. E anche i risultati, diversi arresti di capi, hanno decapitato i clan. Speriamo che si continui su questa strada".