mercoledì 7 gennaio 2015
​Dopo le aperture Ue sui profughi, tocca a Berlino. Merkel studia il dossier Mediterraneo: l'ipotesi di aiuti più concreti nei controlli.
Accoglienza o espulsione? Germania al bivio
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Gran parte del mondo della politica tedesca si è schierato contro il movimento populista anti-islamico Pegida, ma rischia di spaccarsi sugli immigrati e i richiedenti asilo. Nei giorni in cui l’Europa, messa sotto pressione dall’intensificarsi degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo alla chiusura del piano italiano 'Mare Nostrum', ha riaperto la porta a un rafforzamento delle misure di accoglienza per i profughi, Berlino si interroga sulla direzione da prendere nei prossimi mesi.  Il governo di Grande Coalizione guidato da Angela Merkel non può tirarsi indietro di fronte all’emergenza umanitaria nel mar Mediterraneo. Berlino ha dato il sostegno, a suo tempo, alla missione Frontex plus; per ora si è limitata ad inviare personale specializzato, ma sa che dovrà offrire un impegno più concreto. Del resto, le politiche di asilo e di immigrazione in Germania tendono a essere considerate questioni separate: da una parte perché esiste un obbligo umanitario a garantire sicurezza ai migranti, dall’altra perché tali misure vengono considerate anche un mezzo per contrastare il declino demografico e migliorare l’economia. Di pari passo, gli immigrati tendono a essere percepiti in due modi diversi: la manodopera specializzata di cui la Germania ha bisogno e che vuole importare da altri Paesi e, insieme, le persone 'non invitate' alle quali viene a volte compassionevolmente concesso di restare.  Senza dubbio, l’immigrazione sarà una delle grandi sfide tedesche del nuovo secolo. La Germania, infatti, è il Paese dell’Unione europea che attira più immigrati. Secondo uno studio Ocse, la crisi del debito sovrano dell’Europa del sud ha alimentato il flusso straordinario di nuovi immigrati verso la 'locomotiva d’Europa' che, dopo gli Stati Uniti, è diventata la seconda destinazione al mondo per gli immigrati permanenti, superando il Regno Unito e il Canada. Riguardo al 2014 ancora non sono stati forniti dati ufficiali ma, nel 2013, sono arrivati in Germania più di 400mila nuovi immigrati. La nuova ondata ha scatenato polemiche e discussioni. Nel corso del 2014, soprattutto rappresentanti dei Cristiano sociali della Csu, l’ala conservatrice  dell’Unione democristiana di cui fa parte anche la Cdu di Angela Merkel, ha chiesto restrizioni sui cosiddetti 'migranti economici', ossia su coloro che si trasferirebbero in Germania solo per godere dei benefici dello stato sociale. E la scorsa settimana sempre i democristiani bavaresi hanno chiesto l’espulsione per gli stranieri che non vengono riconosciuti come profughi o richiedenti asilo. D’altro canto, la Germania nel 2013 si è aggiudicata anche la classifica dell’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo in Europa. Con 126mila rifugiati si è fatta carico del 30 per cento di tutte le domande di protezione internazionale, ma la maggior parte di essi sono i cosiddetti rifugiati 'tollerati', circa 96mila, molti dei quali sono bambini e adolescenti in attesa di una concessione di asilo definitiva. Per loro l’opposizione e Pro Asyl, la principale associazione tedesca che tutela i diritti dei rifugiati, hanno chiesto una sanatoria ma contemporaneamente sono iniziate le marce contro gli immigrati e gli islamici in molte città tedesche. Ieri, dopo il flop della manifestazione Pegida di Colonia, i media hanno diffuso l’appello anti-Pegida di più di 50 personalità della politica e dell’economia tra cui gli ex cancellieri socialdemocratici, Helmut Schmidt e Gerhard Schröder, ma in realtà la gestione dell’immigrazione e dei richiedenti asilo è destinata ad infiammare la scena politica anche nei prossimi mesi. Per il 2015 è previsto l’arrivo di almeno altri 200mila profughi a cui si aggiungeranno i tanti europei del sud in cerca di lavoro.
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