mercoledì 29 maggio 2024
I reati sessuali con vittime minorenni sono aumentati del 23% in 15 anni, come anche gli abusi attraverso il web. Vittime sono soprattutto ragazze (83%), e gli autori sono maschi adulti (93%)
La Chiesa offre collaborazione contro tutti gli abusi sui minori

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L’arma vincente è in una parola: collaborazione. Oppure per i più piccoli andrà peggio, sempre peggio. «Non saremo quieti finché esisterà anche un solo caso» di qualsiasi violenza, ha detto monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari, ieri, al convegno “Abusi sui minori. Una lettura del contesto italiano (2001-2021)”, organizzato dalla Cei in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Sottolineando poi «lo sforzo importante per radicare sul territorio gli strumenti efficaci» e «per il riconoscimento e il contrasto alla pedofilia e agli abusi».

Cultura da promuovere. Cioè, da 7.700 persone incontrate nelle diverse iniziative sul territorio nel 2020 a 23.188 nel 2022, dai 48 contatti presso i centri di ascolto nel 2020 ai 374 nel 2022). Morale? «Il contrasto agli abusi passa attraverso la promozione di una cultura», ha detto monsignor Baturi. Ed «è fondamentale la partecipazione di tutte le componenti del popolo di Dio e la collaborazione con le autorità e i soggetti della società civile». La Chiesa del resto non si limita, sul tema degli abusi - ha continuato monsignor Luis Manuel Alí Herrera, segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei minori -, alle denunce previste dal canone 1398 del Codice di Diritto canonico, ma assume una responsabilità congiunta per tutti i casi relativi a minori o a situazioni di violenza, ampliando l’efficacia della prevenzione e collaborando proficuamente con le autorità civili».

Tutti insieme. Perciò ha ricordato «le buone prassi sviluppate nelle diverse diocesi della Conferenza episcopale italiana” e «le iniziative di cooperazione con le autorità civili, anche in collaborazione con le Procure della Repubblica, i Tribunali, le forze dell’ordine e i servizi sociali del territorio». Iniziative che testimoniano quanto si decisivo «continuare a lavorare insieme», tanto che monsignor Alì Herrera ha offerto il totale appoggio della Pontificia commissione per la Tutela dei minori alla Cei: «Insieme possiamo promuovere ulteriormente la cultura della tutela, in modo che le vittime possano riacquistare la fiducia perduta e sentirsi libere di denunciare quanto loro accaduto senza la paura di non essere ascoltati».

Le violenze aumentano. l lavoro da fare è davvero tanto, «siamo impegnati in un percorso comune per realizzare luoghi sicuri», ha detto Emanuela Vinai, coordinatrice del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. E il fenomeno degli abusi «riguarda tutta la società e chiede una collaborazione a ogni livello e in qualunque ambito». Del resto mettono i brividi i dati portati da Ketty Vaccaro, responsabile dell’Area welfare e salute del Censis: ad esempio, dal 2007 al 2022 si è registrato un aumento del 23% dei reati sessuali nei confronti di minori e sono aumentati anche gli abusi attraverso Internet. Le vittime sono in prevalenza ragazze (83%), gli autori dei reati sono maschi adulti (oltre il 93%), sebbene nella pedopornografia un autore di reato su quattro sia minore a sua volta. Ancora? La maggior parte delle vittime di adescamento sui social ha un’età compresa tra dieci e tredici anni.

L’impegno della Polizia. Un grosso lavoro per combattere gli orchi viene svolto, insieme ad associazioni impegnate sul campo, dalla Polizia Postale, «attraverso i diciotto centri di sicurezza cibernetica e le ottantadue sezioni operative per la sicurezza cibernetica», ha spiegato Barbara Strappato, direttore della I Divisione del Servizio Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica. «Nel 2023 - ha continuato - sono stati trattati 2.700 casi, 1.239 sono state le persone indagate, 927 le perquisizioni e 2.739 i siti inseriti in Black list», è andata avanti, ribadendo come «gli autori di reato sono adulti con meno di cinquant’anni, mentre le vittime sono sempre più giovani».

Non ci sono frontiere. L’orrore contro i più piccoli non ha grosse distinzioni geografiche: «Sarebbe impossibile indicare elementi tipicamente ed esclusivamente italiani - ha affermato monsignor John Joseph Kennedy, segretario del Dicastero per la sezione disciplinare -, perché questi delitti non conoscono frontiere o limiti geografici. Sono crimini internazionali e le nostre statistiche indicano che il fenomeno è come un’onda che tocca una costa dopo l’altra». E «ogni caso è urgente».

Ricerca multidisciplinare. Bisogna insomma intervenire e capire. Così Chiara Griffini, neo presidente del Servizio per la tutela minori della Cei, ha annunciato l’avvio di una ricerca multidisciplinare sui casi accertati o presunti di abusi sessuali su minori commessi da chierici in Italia, segnalati e trattati nelle singole Diocesi tra il 2001 e il 2021. Studio pilota che verrà svolto dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e dal Centro interdisciplinare di ricerca sulla vittimologia e sulla sicurezza dell’Università di Bologna. Avrà una prima fase analitica di raccolta dei dati su un campione significativo, poi una seconda di lettura evangelica e assunzione di quanto emerso in termini di riflessione, discernimento, percorsi di rinnovamento, concreti e verificabili. Per migliorare prevenzione e contrasto agli abusi commessi da chierici negli ambienti ecclesiali e accompagnare le vittime e i contesti comunitari: «Ci permetterà di definire i criteri per ulteriori ricerche che consentano di intercettare il fenomeno», ha detto la presidente Griffini.

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