venerdì 5 gennaio 2024
L’arrivo della Open Arms a Salerno: fra i 60 migranti soccorsi, 17 sono piccoli (6 hanno meno di 14 anni). Anche Mariam viaggiava da sola per ricongiungersi con i suoi genitori in Francia
Il sorriso di Mariam, che mostra il suo disegno e il grazie alla Ong Open Arms, che l'ha salvata dalle onde

Il sorriso di Mariam, che mostra il suo disegno e il grazie alla Ong Open Arms, che l'ha salvata dalle onde - Open Arms

COMMENTA E CONDIVIDI

Mariam viaggiava da sola. È stata soccorsa dalla nave Ong Open Arms nei giorni scorsi, quando tutti erano riuniti in famiglia a festeggiare il Natale o il Capodanno. È arrivata a Salerno, il pomeriggio del 5 gennaio, con altri 60 migranti fatti sbarcare dalla nave Ong Open Arms che li ha soccorsi. Un terzo sono minori, soli, come Mariam, non accompagnati. C’è anche una ragazza di 17 anni incinta e con un bimbo piccolo. Ci sono 17 minorenni e, tra questi, 6 hanno meno di 14 anni. Anche Mariam viaggiava senza familiari o parenti: è partita dal Camerun e ha intrapreso un lungo viaggio da sola per l’Europa per ricongiungersi con il padre e la madre, emigrati in cerca di nuove opportunità in Francia. Era con altre 54 persone su una barca che imbarcava acqua e alla deriva.

La maggior parte delle 60 persone arriva da, Mali, Burkina Faso e Costa d’Avorio. La Prefettura di Salerno intanto ha già attivato la macchina dell’accoglienza. L’ultimo anello “dolente” della lunga catena dei flussi migratori e che chiama in causa i Comuni in particolare quando riguarda l’accoglienza dei minori soli. Quest’ultima dovrebbe infatti seguire un iter diverso rispetto agli adulti. Iter che spesso si inceppa sulla carenza di strutture e posti letto dedicati. «Abbiamo definito gli arrivi – spiega Franca Fico, viceprefetto vicario di Salerno, al termine della riunione – il riparto regionale, così come la partenza di alcuni minori per il Cara di Brindisi. Altri, invece, rimarranno a Salerno, abbiamo avuto la disponibilità, quindi la consueta accoglienza del Comune».

La gestione dei minori sul territorio è un tema ricorrente. Da Sud a Nord e che si ripresenta ad ogni arrivo. «Siamo al lavoro da tempo per trovare soluzioni a lungo termine per gestire i costanti arrivi di minori nel nostro territorio. Purtroppo noi Comuni ci troviamo a dover affrontare queste emergenze quotidianamente» spiega l’assessore all’Equità sociale del Comune di Udine, Stefano Gasparin, riferendosi ai posti attualmente disponibili in città per l’accoglienza dei minori stranieri e al trasferimento di 11 di loro in una struttura di Cavazzo Carnico (Udine) gestita dalla cooperativa Oltre i confini 2.0, a cui erano seguite alcune polemiche. «Il ricorso alla struttura di Cavazzo è stata una scelta del tutto emergenziale che si conferma temporanea», precisa l’assessore. Si tratta di una decisione collegata, come spiega il Comune in una nota, «all’alto numero di arrivi di minori durante i mesi autunnali che ha determinato l’esaurimento dei posti disponibili in città». L’assessore, oltre ad appellarsi per la massima collaborazione delle forze dell’ordine e della Procura dei minori, auspica anche ad esempio «la nomina immediata di un tutore per ogni ragazzo straniero».

Da Udine a Genova, quindi è corsa contro il tempo per organizzare nuovi centri di accoglienza. Presso l’hub di Voltri, sotto la gestione della Croce Bianca Genovese, sono stati attivati 20 nuovi moduli abitativi destinati ad accogliere un massimo di 52 ospiti a gruppi di quattro. Cinque unità sono invece destinate a servizio tra docce e bagni, ai quali si aggiungono due ulteriori moduli per gli operatori in servizio e ad uso magazzino. Lo spazio interno al capannone degli ex cantieri navali Costaguta sarà per le attività comunitarie e ricreative. I moduli sono attualmente destinati ad accogliere 29 ospiti egiziani provenienti da Catania arrivati il 4 gennaio; i restanti posti liberi sono a disposizione per i nuovi arrivi. A Salerno intanto scendono dalla scaletta i migranti esausti. «Nel sorriso di Mariam si vede la forza e la resilienza di tutti i bambini, ma anche l’urgenza di un mondo più solidale. Perché nessuno dovrebbe rischiare la vita per realizzare il sogno di ricongiungersi con la propria famiglia» sussurra un operatore della Ong.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: