martedì 3 ottobre 2023
Quadrangolare di calcetto nel carcere romano tra le detenute, gli operatori penitenziari e i campioni dello sport. L'evento promosso da Prison Fellowship Italia onlus insieme ad altre associazioni
Il fischio d'inizio dell'edizione 2022

Il fischio d'inizio dell'edizione 2022 - Fausto Ercoli

COMMENTA E CONDIVIDI

Sport, musica e solidarietà sono state le protagoniste, in una insolita giornata di festa e sport nel carcere romano di Rebibbia durante l’evento “A Rebibbia, Scendiamo in campo per la pace”. Come per le più “sofferte” partite di calcio infatti in tanti, per due ore, hanno esultato e tifato le quattro squadre dell’incontro quadrangolare ospitato all’interno delle mura del carcere romano. A sfidarsi, in un’amichevole di calcetto, le detenute dell’Atletico Diritti, gli operatori penitenziari e i numerosi ospiti sopraggiunti per l’occasione. Sulle loro magliette i colori delle diverse associazioni e società sportive che, insieme a Prison Fellowship Italia Onlus, promotrice dell’evento, si sono messe in gioco per lanciare, ancora una volta, un appello alla pace e all’unità tra i popoli.

SS Lazio, So.Spe., Miti dello Sport, AS Roma Calcio a 5 femminile, Word Save World, Nazionale delle Suore e Pallanuoto SIS Roma: questi, per un giorno, i nomi della solidarietà a Rebibbia. Per ognuna di queste realtà, tanti ex campioni e atleti olimpici dello sport che hanno scelto di mandere il loro messaggio di pace e comunione dando un calcio al pallone. Tra loro, Tommaso Rocchi, ex calciatore della Lazio e della Nazionale; Amaurys Perez, ex pallanuotista, campione del mondo a Shangai 2011 e attualmente allenatore SIS Roma femminile, insieme a Domitilla Picozzi, capitano della stessa squadra; le calciatrici della AS Roma calcio a 5. A giocare in campo, inoltre, la squadra femminile di calcio dell’Associazione So.Spe. capitanata da suor Paola D’Auria e suor Regina Muscat, della “Nazionale delle Suore”.

Suor Paola insieme ad alcune atlete

Suor Paola insieme ad alcune atlete - Daniela Di Domenico

Marcella Reni, presidente dell’Associazione Prison Fellowship Italia (PFIt), nel saluto che ha preceduto il calcio d’inizio, ha voluto svelare la squadra per cui avrebbe tifato: «l’eccellenza, quella che da qualche anno ci accoglie e cioè il team di calcio delle ragazze di Rebibbia». Per loro, come per tutte le altre detenute che non sono potute intervenire alla giornata di festa, «l’augurio di “non ritrovarci” insieme il prossimo anno; la vita – ha proseguito Reni -, come anche la reclusione, sono partite importanti da giocare. Oggi, su questo campo, “giocatevela bene”!».

Associazioni e alcuni sportivi che hanno partecipato all'iniziativa

Associazioni e alcuni sportivi che hanno partecipato all'iniziativa - Daniela Di Domenico

A dare il calcio d’inizio la direttrice di Rebibbia femminile Nadia Fontana che, dopo aver ringraziato tutti gli ospiti presenti, ha sottolineato come «lo sport sia importantissimo nel trasmettere valori come l’amicizia e la lealtà, ma soprattutto il rispetto della persona e delle regole, principi fondamentali per un percorso riabilitativo e per una società sana».

Per suor Paola D’Auria, responsabile dell’Associazione So.Spe., vedere giocare queste ragazze in campo, per la pace, ha detto, «è davvero emozionante perché, rispetto all’ambiente maschile, esprimono tutta la loro voglia di fare squadra, di dare il meglio divertendosi e comunicando la bellezza di stare insieme per un obiettivo comune».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: