Le attività commerciali e artigiane genovesi sbranate dall’alluvione più o meno il doppio rispetto a quelle cui toccò nel 2011 secondo Confesercenti. C’è chi sta vendendo a prezzi meno che di costo ciò che ha potuto salvare, perché meglio che nulla. Mentre piove il via vai di idrovore, mezzi dei Vigili del fuoco, della Protezione civile e militari è continuo. Chi ha una divisa è in strada. Cappuccio o berretto in testa, sotto la pioggia. Si sentono spesso suonare sirene. A proposito: hanno arrestato quattro sciacalli, stavano rubando in un supermercato sfregiato dall’alluvione. Poi ci sono loro, «gli angeli del fango» li hanno subito battezzati, e qualche bar dall’altro ieri li fa mangiare e bere gratis. Centinaia di giovani e in alcuni casi giovanissimi, molti in fretta e furia hanno mollato casa loro, sono partiti da città e regioni vicine per venire qui a spalare, marroni dalla testa ai piedi, tosti e fieri.
È stata anche aperta una pagina Facebook, si chiama «Angeli col fango sulle magliette » e uno degli ultimi post recita: «Siete tantissimi e meravigliosamente desiderosi di aiutare, ma non riusciamo a rispondere alle centinaia di post e messaggi privati che ci inviate ». Qui li incontri a ogni angolo, stanchi e sorridenti. Via Carrozzino e dintorni, a Borgo Incrociati, le botteghe artigiane, le loro pareti e tutto il resto potrebbero essere strizzate. Mucchi di detriti, fango fin dentro i cassonetti. Quadri, lampadari, piccole statue sono lungo la strada, qualcuno con la pompa ripulisce quanto può e come può, altri hanno provato a riparare l’entrata del negozio con una tavola di legno, altri ancora continuano a spalare e portar fuori fango.
Via XX settembre è lunga e poche ore fa era un fiume in piena, adesso i negozi sono chiusi e se a quelli della parte alta è andata assai meglio, quasi bene, nella parte bassa (quella più vicina alla stazione di Brignole, per intendersi) si passa vicino a saracinesche sventrate dalla furia di acqua e fango. Un negozio di tessuti ha tre vetrine, una ad almeno un metro dall’altra: «Guardi – racconta la guardia giurata davanti alla prima – guardi dov’è finito il letto, abbiamo i filmati, sbatteva sull’onda che l’ha portato fin qui», alla terza vetrina, dove s’è incastrato, fra muri, manichini spezzati e cuscini (che erano) bianchi. Tocca al tramonto e al buio.
Si accendono i gruppi elettrogeni per avere luce e continuare a lavorare finché si potrà. Perché bisogna muoversi, stanotte può riesplodere un delirio bagnato ed è meglio togliere quel che potrebbe fare da tappo. Si spala, si porta via quanto più si può, con calma, senza lasciarsi prendere dalla frenesia. Le scuole ieri erano chiuse e lo saranno anche oggi, l’università invece (sempre che l’allerta non sia esteso anche a dopo la mezzanotte) riaprirà. Resteranno chiuse alcune strade, i bus avranno deviazioni e la metro andrà solo per un tratto. Aspettando il sole.