L'avvio dei lavori del seminario del Regno a Camaldoli. Al centro il direttore Gianfranco Brunelli - foto Il regno
A trent'anni dalla fine dell'unità politica dei cattolici e a 80 dalla gloriosa pagina scritta con il "codice di Camaldoli" che portò un contributo decisivo alla nascita della Repubblica, la rivista cattolica il Regno tiene in questo fine settimana il suo consueto corso annuale dedicato quest'anno alla "terza questione cattolica. La Chiesa, i cattolici l'Italia".
La prima questione, quella dell'Ottocento, coincise con il tema dei rapporti fra Stato e Chiesa e si chiuse nel 1929 con la stipula dei Patti Lateranensi, che pose fine a una lunga fase di mancata partecipazione alla vita politica inaugurata con l'unità d'Italia dalla disposizione del "Non expedit" di Pio IX. «La seconda - spiega Gianfranco Brunelli, direttore del Regno - potremmo definirla la "questione laicale", legata alla modalità di presenza dentro la Chiesa e in politica. Finito il partito popolare di don Sturzo, il tentativo degasperiano con la Dc diede vita a una nuova forma partito, mentre l'associazionismo cattolico garantiva una presenza capillare nella società. Da trent'anni invece siamo entrati in un nuovo orizzonte sociale e politico che ci impone oggi di porci nuove domande su come possa articolarsi, oggi, la presenza della Chiesa in un Paese sempre più secolarizzato, multietnico e multireligioso».
I lavori sono partiti oggi con il saluto del vescovo di Arezzo Andrea Migliavacca, a seguire la meditazione biblica del teologo Pietro Stefani, e l'introduzione di Brunelli. «Tenteremo di leggere le difficoltà di oggi, il crescente disagio dei cattolici in una politica segnata sempre più dall'affermarsi nei diversi schieramenti del populismo, rileggendo le fasi che ha attraversato l'impegno sociale e politico dei cattolici». Domani con gli storici della Chiesa Daniele Menozzi e Lucia Ceci si ripercorrerà il passaggio dal neo-guelfismo alla "questione romana" postasi con l'unità d'Italia, chiusa il secolo successivo con il Concordato. Nel pomeriggio Francesco Traniello si occuperà dei cattolici, il partito e lo Stato nell'esperienza di Sturzo, De Gasperi e Moro. Poi toccherà a Guido Formigoni entrare nella questione laicale postasi dopo il Concilio Vaticano II. In serata, molto attesa, verrà divulgata una indagine sul comportamento religioso degli italiani che, con l'ausilio di precise rilevazioni, entrerà anche nel merito delle singole scelte politiche dei cattolici in raffronto con una precedente indagine del 2009: sarà presentata dall’ex ministro Arturo Parisi e dal sociologo Paolo Segatti. Ricco il programma di sabato. In mattinata Ernesto Galli Della Loggia si occuperà del ventennio dal '68, l'anno della Contestazione, all' '89, quello della caduta del Muro, che di fatto ha avviato la crisi del sistema politico fino ad allora legato agli assetti della Guerra fredda. «Ma c'è anche una crisi della solidarietà, un cambiamento in atto nell'impegno del volontariato», segnala Brunelli, oggetto dell'intervento di sabato pomeriggio di Pierluigi Ciocca, ex vicedirettore di Bankitalia, «e c'è anche un aspetto filosofico da approfondire», e lo farà, a seguire, il filosofo Adriano Fabris. L'ultimo intervento, sabato, quello dell'editorialista Angelo Panebianco che entrerà nel merito dell'attuale difficoltà dei cattolici a farsi sentire nell'attuale clima politico. «Non è nemmeno un problema di politica più moderata, quello che pongono i cattolici - conclude Brunelli -, ma è una questione di contenuti e di un clima di dialogo da ritrovare, attraverso di nuove modalità dell'impegno politico e sociale, tutte da riscoprire». Domenica, giornata conclusiva, dibattito sull'Europa e la pace, con gli interventi di Ruth Hanau Santini, esperta di relazioni internazionali, del giurista Antonio Padoa Schioppa e, molto atteso, quello del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.