venerdì 26 dicembre 2014
Il piccolo è stato battezzato dal sacerdote a bordo della nave Etna con il nome Testimony Salvatore. Il padrino è il comandante. Oltre 1.200 le persone soccorse. In 5 non ce l'hanno fatta.
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È continuato senza sosta, nei giorni di Natale, il soccorso ai migranti nel Canale di Sicilia, umanità disperata in fuga da guerre e fame, in balia di trafficanti senza scrupoli, del mare battuto dal vento e dal freddo mordente. Sono oltre 1.200 le persone alle quali è stato prestato soccorso a sud di Lampedusa e che sono state trasbordate sulle navi della Marina militare, impegnate nel dispositivo di vigilanza e sicurezza marittima, che hanno prestato la prima assistenza a uomini, donne, bambini, e li hanno portati a terra. In particolare, in 865 sono arrivati nel porto di Messina, e in 364 in quello di Pozzallo, nel ragusano.   Tra le tante storie dolorose, quella di una giovane nigeriana che ha partorito un bimbo sulla nave Etna. Un altro migrante con sintomi della malaria e della Tbc è stato messo in isolamento, in attesa di essere trasferito in una struttura sanitaria attrezzata a curarlo non appena la diagnosi sarà certa. In cinque, invece, non sono sopravvissuti alla traversata maledetta. Per loro non c'è stato nulla da fare. Sono stati recuperati già morti e le salme composte a bordo. Una delle vittime, un uomo giovane, in base ai primi accertamenti, sarebbe morto per asfissia provocata da inalazione di idrocarburi. Due uomini sono stati ricoverati per ustioni all'ospedale di Modica.Dall'antivigilia a Santo Stefano, sono state impegnate la corvetta Driade che ha recuperato 223 migranti, tutti uomini; Nave Etna che ha raccolto almeno 363 migranti in diversi soccorsi e con il contributo di unità mercantili e delle Capitanerie di Porto; il pattugliatore Orione ha preso a bordo 440 migranti e quattro delle cinque salme.Il neonato venuto alla luce sulla nave Etna è stato battezzato in navigazione dal sacerdote di bordo col nome di Testimony Salvatore. A fargli da padrino è stato il comandante, davanti a tutto l'equipaggio. Mamma Kate ha 28 anni, sta bene e ha con lei anche Destiny, la figlia di 15 mesi. "Siamo partiti il 23 dicembre dalla Libia, mentre mio marito e gli altri due figli di dieci e sei anni sono rimasti in Algeria - ha raccontato la donna -. Siamo tutti nigeriani. Sono felice della nascita di mio figlio: ho avuto paura ma tutto è andato bene". Kate "ha iniziato il travaglio sulla nave", ha spiegato la ginecologa Maita Sartori della fondazione Rava, "e quando abbiamo capito che aveva le contrazioni, abbiamo avvertito il comandante e l'equipaggio che si sono messi a disposizione. La signora è stata bravissima e ha condotto lei tutto, noi l'abbiamo solo assistita e monitorato il travaglio comunicando in inglese". Il resto del racconto lo fa il tenente di vascello Serena Petriucciolo che spiega che "il sacerdote di bordo, don Paolo, ha battezzato il bambino questa mattina, testimoni oltre a me sono stati l'infermiere, il secondo capo scelto Diego Di Netto Tempesta, e l'infermiera volontaria Teresa Arena, mentre il comandante della nave ha fatto il padrino". Il rito, ha proseguito il tenente, si è svolto "davanti agli altri marinai eai componenti sanitari della Brigata San Marco: il nome lo hadeciso la mamma insieme alla sorella e alla sua amica Fatima".Durante il parto era presente anche una dottoressa dell'ordine di Malta. "Avevo tra le braccia la mamma che partoriva e non ha mai pianto. Siamo molto felici, è un evento natalizio molto bello per tutti noi", ha sottolineato Petriucciolo.

Testimony Salvatore e la madre sono stati trasferiti a Messina e poi ricoverati al Policlinico della città. "Stanno entrambi bene", hanno riferito i medici. "È bello che sia nato in questo giorno, mio figlio è benedetto da Dio", ha detto la donna.

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