Sarà il giorno della rivendicazione dei diritti: quello a poter lavorare e a percepire uno stipendio pari a quello dei colleghi maschi. Quello ad essere più presenti nel mondo della politica e della istituzioni. Quello a veder garantita maggiore conciliabilità tra la professione e la vita in famiglia. La parità, d’altronde, è ancora un sogno, come ha spiegato ieri il segretario generale della Nazioni unite Ban Ki-Moon, ammettendo che «nonostante tali progressi, il cammino è ancora lungo prima che si possa dire che donne e ragazze hanno pieno godimento dei diritti fondamentali di libertà e dignità». Parole a cui hanno fatto eco quelle del premier Mario Monti, che ha assicurato la volontà del governo di proseguire sulla linea del sostegno ai diritti delle donne. Un sogno però, per il gentil sesso, resta purtroppo anche la “pace”, visto che le donne sono sempre più spesso oggetto di violenza e soprusi: 120 vittime in Italia nel 2011, più di quelle uccise per mafia. Oggi l’Italia le festeggia con feste e luci (il Colosseo si illuminerà per l’occasione), con biglietti gratis per i treni e per i musei statali, ma nella realtà sulle donne incombono ancora troppe ombre. La giornata si aprirà a Roma con una celebrazione simbolica: una delegazione composta da 40 donne italiane e immigrate si recheranno insieme all’Altare della patria, dove deporranno una corona di alloro e mimose, in segno della comune battaglia per una cittadinanza inclusiva delle differenze. Poi sarà la volta, in tutta la Penisola, di manifestazioni, convegni, tavole rotonde. Su tutti, val la pena ricordare la festa organizzata a Samugheo, il paese di Rossella Urru: oggi un processione, con tanto di palloncini colorati e preghiere e fiaccole, ricorderà la ragazza, ancora nelle mani dei rapitori in Mauritania.