giovedì 8 settembre 2011
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Manovra più pesante dopo il passaggio al Senato. L’impatto delle misure sul deficit da qui al 2013, l’anno nel quale il governo si è impegnato con la Ue a raggiungere il pareggio di bilancio, sarà di 54,2 miliardi di euro. Si tratta di circa 4,5 miliardi in più rispetto a quanto previsto nel testo originario.Un importo aggiuntivo coperto quasi interamente dal ritocco dell’aliquota Iva al 20%, che sale al 21%. Marginali invece gli effetti contabili del contributo di solidarietà sui redditi più alti (oltre i 300 mila euro di imponibile) valutato in circa 150 milioni nei tre anni e nullo quella dell’anticipo al 2014 dell’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, che inizierà a produrre i primi risparmi effettivi solo nel 2015.I dettagli sulla consistenza della manovra nella sua quarta versione sono arrivati ieri con il maxi-emendamento depositato nell’Aula del Senato, corredato dalla Relazione Tecnica, prima del voto di fiducia. In cifre assolute è l’intervento più pesante mai varato nella storia del Paese, paragonabile a quello da 93mila miliardi di lire (pari a oltre 47 miliardi di euro) varato da Giuliano Amato per il 1993. Le nuove norme contengono le misure su Iva, contributo di solidarietà, pensioni ma anche le modifiche che erano state già votate dalla Commissione Bilancio del Senato, tra cui la marcia indietro sull’abolizione immediata delle piccole province e dei mini comuni e l’articolo 8 sul lavoro, che permette contratti aziendali anche in deroga alle norme di legge.Per quanto riguarda l’imposta sui consumi, il rialzo di un punto percentuale ci sarà praticamente da subito, ovvero dagli acquisti che verranno effettuati dopo la pubblicazione della conversione del decreto legge in Gazzetta Ufficiale. Nel 2011 il rincaro dell’Iva porterà 700 milioni di euro, dal 2012 il gettito salirà a 4,2 miliardi. Sul contributo di solidarietà al 3% per i redditi oltre i 300.000 euro, emerge la retroattività (vale dal gennaio 2011). Varrà fino al 2013 ma potrà essere prorogato fino al raggiungimento del pareggio di bilancio, qualora non fosse raggiunto in quell’anno. Sulle pensioni delle lavoratrici del settore privato, è stato anticipato al 2014 (non più dal 2016) l’avvio del percorso che porterà gradualmente l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile, obiettivo che sarà raggiunto nel 2026. La misura previdenziale darà risparmi per le casse dello Stato di 90 milioni nel 2015, che saliranno progressivamente fino a 720 dal 2021.Con il nuovo pacchetto il deficit di bilancio dovrà scendere al 3,8% del Pil nel 2011, all’1,4% nel 2012 e avvicinarsi a zero nel 2013, secondo le indicazioni fornite dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il 12 agosto scorso. I precedenti obiettivi erano rispettivamente del 3,9%, 2,7% e 1,5% nel 2013. Il governo per il momento non ha rivisto le stime di crescita del Pil. Le ultime prevedevano +1,1% nel 2011, +1,3% nel 2012 e +1,5% nel 2013. Tuttavia, fonti governative ritengono molto difficile raggiungere una crescita dell’1% sia quest’anno sia il prossimo. Maggiori dettagli emergeranno dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), attesa per metà mese. Proprio ieri l’Fmi ha ridotto allo 0,5% (dallo 0,7) il Pil dell’Italia atteso nel 2012.Gli ultimi passaggi hanno poi allentato la stretta sui grandi evasori fiscali per i quali è prevista la reclusione. La penultima versione della manovra, quella approvata dalla commissione Bilancio la scorsa settimana, prevedeva una serie di misure per accentuare la lotta all’evasione, tra cui il divieto di concedere la sospensione condizionale della pena nel caso di evasione superiore ai 3 milioni di euro. Ieri il maxi-emendamento ha cambiato le carte in tavola. Le manette scattano solo quando l’evasione oltre a superare i 3 milioni corrisponde almeno al 30% del fatturato. Dunque a parità di somme evase, il piccolo imprenditore è più esposto al carcere che non il grande. L’opposizione ha subito attaccato la norma accusando il governo di voler «coprire qualcuno», evocando una nuova misura ad personam. Sul fronte del fisco la manovra prevede il recupero delle somme non riscosse del condono tombale 2002 attraverso «ogni azione coattiva necessaria». Saltata nell’ultima versione la certificazione dei debiti che gli enti pubblici hanno contratto con le imprese, misura che dava la possibilità alle banche di poter riscattare i crediti delle aziende.
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