mercoledì 21 febbraio 2018
Il 14 aprile i giocatori americani di tennistavolo sbarcano a Pechino In Italia le novità della riforma fiscale. Per Avvenire l’udienza di Paolo VI
1971: incontri  in Cina tra  il segretario  di Stato Usa Kissinger e Mao preparano lo storico viaggio di Nixon  a Pechino nel ’72. A sinistra,  la prima pagina  di Avvenire sui profughi della guerra indo-pakistana

1971: incontri in Cina tra il segretario di Stato Usa Kissinger e Mao preparano lo storico viaggio di Nixon a Pechino nel ’72. A sinistra, la prima pagina di Avvenire sui profughi della guerra indo-pakistana

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Un terremoto, tanto per cambiare. Tuscania, 6 febbraio 1971, verso notte: la grande botta scuote la piccola località del Viterbese e lascia un bilancio pesante di vittime e di danni: 31 morti, un centinaio di feriti, cinquemila senzatetto. Anche se l’Italia agli eventi sismici è abituata e ha fatto il callo, non si può pensare che l’anno sia cominciato bene.
I terremoti, dicevamo. Il ’71 di lì a qualche mese ne registrerà un altro di ben diverso impatto che scuoterà dalle radici le economie di ogni continente anche se all’epoca non si parlava ancora di globalizzazione.

Lo scossone si materializza il 15 agosto quando il presidente americano Richard Nixon mette fine alla parità dollaro-oro sancita dagli accordi di Bretton Woods del 1944. Per le banche centrali di ogni Paese è uno choc, ma per gli Usa, pressati dall’esigenza di finanziare la guerra del Vietnam che li ha costretti a impegnare 12.000 tonnellate di oro, è una mossa obbligata. Per il mondo – Italia compresa – si aprono decenni problematici, molti analisti ritengono che la fine della convertibilità sia stata causa remota delle crisi economiche di oggi. Intanto in Asia la guerra indo-pakistana produce milioni di profughi (cui Avvenire dedica un numero speciale) e la travagliata nascita del Bangladesh.

Succedono cose singolari, addirittura strane, in quell’anno. Prendiamo ad esempio un fatto inedito che ha per teatro Milano: il 13 marzo c’è un corteo per le vie del centro, una manifestazione, ma non del tipo solito, operai, studenti, qualche facinoroso, qualche provocatore. No, è la buona borghesia meneghina che scende in piazza invocando ordine e legalità. Sono i moderati che protestano, è la "maggioranza silenziosa" che fa sentire la propria voce, il proprio disagio, il proprio dissenso. L’espressione "maggioranza silenziosa" risuonerà a lungo nelle stagioni successive. E che è se non un terremoto (eccoci daccapo con questo termine) la riforma fiscale approvata il 7 ottobre? Spariscono imposte come quella di ricchezza mobile e la complementare, arrivano l’Irpef e l’Ilor; sparisce l’Ige e la rimpiazza l’Iva. Gli italiani non sanno più come districarsi nella boscaglia delle nuove sigle e dei nuovi adempimenti.

Altro si muove intanto in Italia. Il 7 aprile c’è uno sciopero generale sul problema della casa, oggi improponibile, con l’80 per cento di proprietari di immobili che ci ritroviamo. Il 28 aprile il mondo dell’editoria saluta l’uscita di un nuovo quotidiano, il Manifesto. Lo dirige Giovanni Pintor e lo fa un gruppetto di scomunicati del Pci, colpevoli di eresia. Il 19 giugno vengono recapitate in Cassazione le firme per la richiesta di referendum abrogativo della legge sul divorzio approvata pochi mesi prima. Le firme sono 1.370.314, poco meno di tre volte quelle necessarie a norma di Costituzione. Il comitato per il referendum ha lavorato alla svelta e ha trovato vasto consenso tra l’opinione pubblica.

Ricordate la strage di piazza Fontana? Dopo un anno e mezzo, ad aprile, il giudice Stiz apre a Treviso una indagine su esponenti dell’estrema destra. Alla "pista rossa" (Valpreda e gli anarchici) si affianca ora la "pista nera"> (Freda, Ventura e soci). Di un altro giudice parlano le prime pagine di tutti i giornali il 6 maggio: il giorno prima è stato trucidato in un agguato mafioso il procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione, assieme all’agente di scorta. Mai nel dopoguerra era stato ucciso un magistrato in Italia. Purtroppo Scaglione non sarà l’ultima vittima del dovere.

Un rapido salto all’estero, ora. Il 14 aprile giocatori di ping-pong americani sbarcano a Pechino e si misurano con una squadra cinese. È la diplomazia del ping-pong, si dice. Il disgelo Usa-Cina comincia tra racchette e palline bianche. Il 28 ottobre la Gran Bretagna decide di aderire alla Comunità economica europea.

Veniamo ad Avvenire. Paolo VI riceve in udienza la compagine redazionale il 27 novembre. È un segno tangibile della benevolenza e dell’attenzione con la quale il Papa segue il giornale che lui in prima persona ha voluto nascesse. Si avvia alla conclusione un anno che anche per Paolo VI è stato intenso: tra gli atti più importanti la firma della lettera apostolica Causas matrimoniales sul processo matrimoniale ecclesiastico (28 marzo) e la lettera apostolica del 14 maggio sulla responsabilità delle comunità cristiane. È la Octogesima adveniens.

Quanto al giornale, inizia la pubblicazione di una rubrica che continuerà per decenni. Si chiama La voce di chi non ha voce ed è una iniziativa – potremmo dire – di servizio. Servizio vero, ai poveri e agli ultimi: segnala casi di persone o famiglie in difficoltà per proporli alla solidarietà dei lettori, che non manca di manifestarsi concretamente.

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