Un percorso ad ostacoli, quello della Manovra di bilancio per il 2023. Entro il 31 dicembre andrà approvata da entrambe le Camere del Parlamento, diversamente scatterebbe il temuto "esercizio provvisorio". L'iter prevede il 20 dicembre l'approdo alla Camera dei deputati, mentre il Senato si limiterà ad approvare il testo senza apportare modifiche. I partiti di maggioranza sono in tensione. La possibilità di apportare cambiamenti è ridotta all'osso. E pesano i sospetti in maggioranza sul canale diretto che si è aperto tra la premier Giorgia Meloni e uno dei leader di opposizione, Carlo Calenda. Per di più, il governo è ancora in dubbio su diverse misure: l'ultimo caso è quello di Opzione-donna, il meccanismo che negli ultimi anni ha consentito alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata. Il governo ha così ristretto i criteri da rendere inefficace la misura, così ora si valuta di tornare alla norma originaria. Ma occorrono risorse. Non è un problema di risorse economiche, ma di rapporto con l'Ue, la norma che allenta l'obbligo per gli esercenti di usare il Pos. La lotta all'evasione è uno dei perni del Pnrr, e proprio in questi giorni un team di esperti della Commissione europea è a Roma per verificare l'avanzamento del Piano. Il governo italiano vorrebbe proporre all'Ue una rimodulazione del Pnrr non solo sugli obiettivi, ma anche sui tempi. L'idea di Roma sarebbe quella di prorogare dal 2026 al 2028 le scadenze del Piano. (Marco Iasevoli)
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