giovedì 5 settembre 2024
Il presidente della Cei è intervenuto in un incontro promosso dall'Ente dello Spettacolo: «La cultura richiede conoscenza, tempo e dialogo. E i film di aiutano a raccogliere le domande dell'uomo»
Il cardinale Zuppi oggi alla Mostra del Cinema di Venezia

Il cardinale Zuppi oggi alla Mostra del Cinema di Venezia - Ente dello Spettacolo

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La Chiesa in dialogo al Lido tra cultura, arte e spiritualità. Sono stati incontri ricchi di contenuto quelli visti oggi alla 81ma Mostra del Cinema di Venezia con la partecipazione del cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, e del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, promossi e organizzati dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Nella mattina il cardinale Tolentino ha dialogato col presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco a partire dalla presenza della Santa Sede alla Biennale Arte con il padiglione dal titolo “Con i miei occhi” presso la Casa di Reclusione Femminile di Venezia - Giudecca. Legato al rapporto tra Chiesa e cinema, invece, il secondo evento all’Excelsior con l’intervento del cardinale Zuppi in dialogo con Cristina Battocletti, giornalista de Il Sole 24 Ore e monsignor Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo nella cornice del format "Cinematografo Incontra”.

“C’è ancora posto per la cultura? – risponde il cardinale Zuppi sul ruolo della settima arte - La domanda è importante e qualche volta viene un po’ paura perché la cultura richiede conoscenza, tempo e dialogo. Qualche dubbio che ci sia un apparire vuoto di contenuti c’è, un altro tipo di arte, che non comunica nulla tradendo l’arte stessa. Per riflettere ecco, ad esempio, la presenza cosi autorevole della Chiesa qui a Venezia, come stamattina con un uomo di grandissima cultura come il cardinale Tolentino che ha una enorme capacita di cogliere in tutta la cultura l’umano. L’umano non ha etichetta”. Per questo Zuppi sottolinea l’importanza del contenuto: “Ci sono certe cose cattoliche che sono butte, come al contrario c’è tanto contenuto anche al di fuori che aiuta le visioni della Chiesa che è sempre sostanzialmente mettere al centro la persona. Questo è importantissimo, tanto più con una umanità così tanto inquieta, confusa, stordita”. E se “anche le arti sono diventate un po’ sonnambule” prosegue il cardinale, film come Io Capitano di Matteo Garrone lo hanno “molto colpito. Mostra a tutti quanti l’impegno a vedere e a tirare su qualcuno da quell’inferno in cui accettiamo che tanti finiscano la loro vita”.

La presenza della Chiesa al Lido, anche attraverso lo sguardo e le attività della Fondazione Ente dello Spettacolo, fanno da punto di riflessione in un mondo che Zuppi teme “condizionato da logiche commerciali. Ma, ma nonostante ciò l’arte ha delle cose bellissime, coinvolgenti, con tanta umanità. E in questo c’è l’attenzione che il mondo cattolico in una accezione molto larga. Non è l’etichetta che mi interessa, ma quello che portiamo nel cuore che creiamo con libertà. Se al centro c’è la persona l’arte è capace di appassionare”. Come sottolinea Milani il cinema cattolico a Venezia è quello capace di sollevare domande. Nel caso di The room next door di Almodovar sull’eutanasia il presidente Cei trova che sia “importante un dibattito su questo tema, capire le domande e la sofferenza che tutto questo comporta aiuta a capire la o le risposte – aggiunge Zuppi -. Non mi posso ritrovare nella scelta e nella conclusione del film, ma mi aiuta tantissimo a capire la domanda e la tragedia umana dietro a certe scelte e questo mi sfida a trovare la risposta in qualcosa che difende la vita”.

Zuppi sottolinea l’importanza ancora del cineforum nelle sale della comunità: “Netflix ha cambiato tutto, ma mi ha colpito che, nelle parrocchie dove ci sono ragazzi un po’ svegli con gusto, attenzione, cultura e che fanno una bella programmazione ci va sempre tanta gente. Nonostante lo stordimento, le piattaforme e il divano, ci fanno bene la rete e l’incontro, dati dalla presenza fisica”. Concludendo il cardinale Zuppi ha fatto riferimento ai suoi film preferiti tra cui La vita è bella di Benigni e L’uomo che verrà di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto: “A 80 anni da quell’eccidio quel film è un monito ad essere un po’ piu seri sul nostro passato per scegliere meglio il nostri futuro”.

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