Un frame del corto dedicato a Majid
"Qualcuno ha gridato Terra! Ma io pensavo di morire". Inizia così la storia di Majid, un ragazzo siriano portato in Italia personalmente dal Papa: molti ricorderanno quella vicenda e quel volo, quando il Santo Padre andò fisicamente a prendersi una decina di famiglie di rifugiati per dar loro la seconda chance.
Majid, 15 anni, era su quell'aereo. E in Italia ha trovato la sua seconda chance. La sua storia è contenuta in un corto che è stato presentato oggi in concorso al Festival di Venezia nell'ambito del progetto MigrArti.
"L'amore senza motivo", questo il titolo del film prodotto da Giorgio Ginori. E questo è il filo conduttore della sua storia. L'amore come gesto senza motivo che lo fa arrivare qui, il suo amore senza motivo per la musica, per il rap, l'amore senza motivo dei primi amici che trova, l'amore senza motivo che è la base dell'amicizia. E dell'integrazione.
Quindici minuti di film per riassumere 15 anni di sofferenza, rischio, guerra, morte ma anche riscatto. Spot migliore per lo ius soli non lo si potrebbe mai inventare: perché Majid è proprio il compagno dei nostri figli, è l'amico nuovo, è il nostro vicino di casa.
C'è papa Bergoglio, in quei 15 minuti di corto e in questa nuova vita a 15 anni di Majid ma c'è anche Francesco Totti. C'è il momento del suo addio all'Olimpico: "Avete presente quando state sognando qualcosa di bello e vostra madre vi sveglia e non riuscite a riprendere il filo?", dice Totti con la voce rotta dal pianto davanti a uno stadio che non vuol vederlo andar via. "Anche io non volevo svegliarmi, dovevamo continuare a sognare", racconta Majid.
E il sogno inizia a prendere la forma della sua canzone, del suo rap. "L'amore senza motivo". Quello che non ti abbandona mai. Perché, dice Majid, "se qualcuno mi ama senza motivo è impossibile lasciarlo". La storia di Majid. Oggi. A Venezia. Grazie a una catena di amore. Senza motivo.