sabato 5 dicembre 2015
COMMENTA E CONDIVIDI

Un «cacciatore di manoscritti» nelle biblioteche pontificie, un pioniere della divulgazione della Bibbia in italiano prima del Vaticano II, ma soprattutto un intellettuale di razza capace di scovare, in modo infallibile, gli errori di traduzione della Sacra Scrittura. Nonché un infaticabile «maestro innamorato della Parola di Dio», secondo il ricordo di due illustri allievi del Pontificio Istituto Biblico di Roma, i futuri cardinali Ernesto Ruffini e Bernard Alfrink. Sono i tratti più singolari che hanno contraddistinto la carriera accademica del padre nobile dell’esegesi moderna e tra i fondatori dell’Abi ( Associazione biblica italiana), il gesuita, originario di Bastia de’ Dossi (Pv) Alberto Vaccari (1875-1965), di cui ricorre domani il 50° della morte. Vaccari e la sua «scuola biblica larga», secondo una felice definizione di Ignace de la Potterie, inaugurarono uno stile e un metodo di studio nuovi grazie anche alla conoscenza di greco, latino, arabo ed ebraico (per il quale lo studioso era considerato un «fuoriclasse » in tutto l’ambiente semitico del suo tempo), un metodo che avrà, non a caso, come degno continuatore sulla cattedra di critica testuale al Biblico di Roma il gesuita Carlo Maria Martini. A mezzo secolo dalla scomparsa, avvenuta alla vigilia della conclusione del Vaticano II (19621965) alle cui assise padre Vaccari partecipò nella veste di perito per volere di Giovanni XXIII e di Paolo VI, di lui rimane ancora l’impronta indiretta lasciata sulla costituzione conciliare Dei Verbum. 

Ma l’esile gesuita di origini pavesi, membro della Pontificia Commissione Biblica fin dal 1929, era già stato il consulente privilegiato del futuro cardinale Bea, quando costui era rettore del Biblico, per dirimere le questioni più spinose (tra cui le derive moderniste) riguardanti la giusta interpretazione della Bibbia, sotto il vigile controllo del Sant’Uffizio di allora. E sempre a Vaccari ricorse il confratello «confidente» di Mussolini padre Pietro Tacchi Venturi per la redazione di alcune voci sulla religione per l’Enciclopedia Treccani.  Nella sua vita di studioso fu centrale l’enciclica del 1943 Divino Afflante Spiritu: il documento pontificio che aprì un nuovo approccio nell’esegesi moderna grazie alla scoperta dei «generi letterari» nella Bibbia. Il fine esegeta lombardo fu uno dei più apprezzati autori scelti dal fondatore della Cattolica padre Agostino Gemelli per la stesura di importanti testi scientifici sulla Bibbia o dal grande storico della pietà don Giuseppe De Luca per saggi sulla filologia. Infatti l’eredità di questo umile religioso ignaziano è ancora attuale, grazie per esempio alla sua traduzione della Bibbia per Salani (1943) o dei Salmi dall’ebraico, al suo commento a Giobbe, ai suoi studi sul Pentateuco o agli innovativi saggi sulla Sacra Scrittura apparsi su La Civiltà Cattolica.Nel 1958 gli venne assegnato dall’Università Cattolica di Lovanio il dottorato in Sacra Teologia. Un capitolo a sé stante nella biografia di questo religioso è l’amicizia intercorsa con don Luigi Orione, «il facchino della Provvidenza», negli anni trascorsi assieme al seminario di Tortona. Con il santo degli ultimi e dei diseredati padre Alberto stringerà un patto e un voto per «la salvezza del maggior numero di anime» e per «divenire ogni anno più santi»; al fondatore degli Orionini (da cui riceverà in dono un crocifisso in legno il giorno dell’ingresso nei gesuiti) rimarrà sempre legato: fondamentale sarà la sua testimonianza per l’apertura della causa di beatificazione, come singolare fu la scelta di tenere sulla scrivania della sua stanza al Biblico la foto del suo antico «amico di seminario». A tanti anni dalla scomparsa di questo gesuita «innamorato del Libro» (come lo definì don De Luca) sopravvive ancora oggi il ricordo di chi lo conobbe da vicino e fu uno dei più autorevoli eredi del suo stile di ricerca, come il cardinale Martini che dichiarò: «Debbo certamente anche a lui se sono stato introdotto un po’ nei misteri di questa scienza. Egli era per me un genio della filologia e della critica testuale».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: