Zoagli è un piccolo borgo affacciato su un breve arenile, nel mezzo di un tratto di costa alta e rocciosa. Si dice che gli abitanti delle frazioni collinari di Sant’Ambrogio, Semorile, San Pietro di Rovereto – i nuclei abitativi originari – indicassero la marina con la voce
zû ä giæa ("giù alla ghiaia"), trasformatosi poi in Zuagi e finito in Zoagli. I nomi non reggono alla risacca del tempo e ne vengono lentamente addolciti. Forse lo stesso destino è toccato alla costa del Tigullio, che dovette uscire dalla Creazione così irta e scabra da essere quasi inospitale. A poco a poco il tempo e la presenza umana l’hanno ammansita, trasformandola in uno dei paesaggi più dolci del mondo. Per comprenderne il miracolo basta affacciarsi dalla terrazza di Castello Brown, nella vicina Portofino. Si resta appesi ai colori, alla luce, alla curva perfetta delle facciate pastello, che si specchiano in mare. Qualche grado a sinistra, una chiesa e un palazzetto turrito fioriscono su una striscia di verde tra mare e mare. Epifania mediterranea. Anzi, un vero e proprio distillato di Mediterraneo.Lo sperone roccioso del Promontorio, gigantesco blocco calcareo proteso in mare a spezzare l’arco della costa, delimita il Tigullio a occidente. Sestri Levante dipinge un’altra risplendente cartolina coi colori dell’istmo dell’Isola, chiudendo il panorama orientale. Tra la vegetazione dell’Isola si nasconde la chiesa di San Nicolò, tenace testimonianza romanica, oltre la quale si sale alla vetta, occupata dalla torretta da cui Marconi nel 1934 fece i suoi primi esperimenti con i radiosegnali. Da qui si vedono le due baie separate dall’istmo: quella del Silenzio a Levante e quella delle Favole a Ponente, così chiamata in omaggio ad Hans Christian Andersen, che amò Sestri e ci lasciò le impressioni di una serata incantevole sulla Baia del Silenzio. Al celebre scrittore danese è intitolato il Premio Andersen, che dal 1982 premia a Sestri i migliori libri italiani per l’infanzia.Al centro del golfo, tra gli estremi geografici di Portofino e di Sestri Levante, c’è dunque Zoagli, il cui impervio litorale costringe chi venga da Rapallo o da Chiavari a risalire le colline dell’immediato entroterra. Sì viene ripagati dai panorami più belli del Tigullio, specie chi si spinga fino a Sant’Ambrogio, come il filosofo dell’
Anticristo Friedrich Nietzsche: «La mattina andavo verso Sud, salendo per la splendida strada di Zoagli, in mezzo ai pini, con l’ampia distesa del mare sotto di me». Come il poeta Ezra Pound, che vi frequentava la casa dell’amica violinista Olga Rudge. Dalla piazza della chiesa di Sant’Ambrogio si ha uno degli scorci migliori su Rapallo, che di Pound fu la patria per gran parte della vita, tra il ’23 e il ’45, poi tra il ’58 e il ’62, tornandovi a più riprese anche nel decennio successivo, prima della morte avvenuta a Venezia nel ’72. A ben vedere, proprio qui, in questo spicchio di Riviera che abbraccia la vallata tra Zoagli e Rapallo sullo sfondo del Monte di Portofino, si può sentire aleggiare la stessa magia sospesa nell’opera di Pound, intimamente legata, quasi nutrita dai luoghi in cui è stata concepita.Non solo Pound. Anche i più grandi nomi della letteratura anglosassone del XX secolo si affacciarono sul golfo. Hemingway, che come giornalista aveva seguito nel ’22 la Conferenza Internazionale Economica di Genova e il Trattato di Rapallo, fu di nuovo nel Tigullio l’anno successivo per giocare a tennis con Pound. Nientemeno! Devotissimo alla Madonna di Montallegro (non saprei dire, però, se la scintilla della devozione non sia scattata proprio in quell’occasione) scarpinò fino ai 612 metri di quota del santuario mariano, costruito nel 1558 in seguito all’apparizione della Madonna a un contadino, e lì conobbe Robert McAlmon, che sarebbe stato il suo primo editore, pubblicando poco dopo in un’antologia il racconto
Il mio vecchio. Durante quel soggiorno Hemingway scrisse
Gatto nella pioggia, in cui con un paio di rapidi tratti ambienta la vicenda nell’albergo di una cittadina di mare italiana (il Riviera di Rapallo, dove risiedeva).Nel 1928 l’amicizia di Pound condusse a Rapallo William Butler Yeats, che si trattenne fino al ’30. Il motivo vero del soggiorno era nella salute cagionevole del poeta irlandese, cui era stato prescritto un clima più salubre di quello britannico. Lasciando di tanto in tanto gli amati studi di letterature orientali, sembra che i due si recassero ai giardinetti a dare da mangiare ai gatti. Partito l’amico e maestro, Pound si buttò a capofitto nella vita culturale della cittadina ligure, anzi ne fu protagonista, animando il "Supplemento Letterario" del settimanale
Il Mare, e coinvolgendo l’intera Rapallo nella sua passione per la musica. Si diede, infatti, ad organizzare concerti e stagioni liriche, sedendo lui stesso al botteghino. E perseguendo il progetto di offrire ai musicisti dei veri e propri soggorni, a spese della città, con l’intento di garantire a quest’ultima le loro esibizioni e ai musicisti una vacanza di studio.