Pannello celebrativo dell’Union Berlin 06
Una parente lontana. Più nel tempo che nello spazio. L’Union Berlin, capolista solitaria della Bundesliga e rivelazione di questo inizio stagione, ha una “cugina” a Moabit, parte del quartiere berlinese di Mitte, l’Union 06 Berlin. Il club conta attualmente circa 370 tesserati, 12 squadre giovanili e tre senior, con la prima che milita nella Landesliga, l’equivalente tedesco della Prima Categoria italiana. I biancoblù giocano i suoi match casalinghi principalmente al Poststadion, uno degli impianti storici della capitale tedesca, lì dove nel 1936 l’Italia di Vittorio Pozzo aveva iniziato il suo cammino verso l’unico oro olimpico azzurro. Un club, l’Union 06, nato da una fuga. È il 1950 e a un anno dalla nascita delle due Germanie il calcio berlinese è a un bivio. Dopo cinque anni in cui, nonostante la città sia già divisa in quattro settori, controllati dalle potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, i club della parte Est e quelli della parte Ovest hanno disputato insieme il campionato cittadino, valevole come qualificazione per la fase finale del campionato tedesco, la Vbb, l’associazione calcistica di Berlino Ovest introduce lo status di Vertragsspieler. I giocatori riceverebbero del denaro per giocare, avvicinandosi di fatto a diventare dei professionisti.
La nuova condizione è inaccettabile per i club di Berlino Est. Nel neonato “Stato degli operai e dei contadini”, come in tutto il Blocco Orientale, lo sport e il calcio devono essere dilettantistici. Per questa ragione le autorità calcistiche della Ddr impongono ai loro club di ritirarsi dal torneo cittadino e a entrare di fatto nel sistema calcistico della Germania Est. Tra le società colpite c’è l’Union Oberschöneweide, espressione dell’omonimo quartiere del distretto di Köpenick e in quel momento una delle migliori compagini di Berlino. Proprio nel 1950, i biancoblù, che giocano le loro partite casalinghe al An der Alten Försterei, infatti si sono qualificati alla fase finale del campionato tedesco, come già era accaduto nel 1948, quando avevano perso 7-0 all’Olympiastadion di Berlino contro il St. Pauli. Questa volta però i vertici sportivi della Ddr vietano alla squadra di partecipare alla competizione e non concedono i visti di uscita per Kiel, nel nord della Repubblica Federale tedesca, dove si deve giocare il primo turno, previsto per il 28 maggio 1950. La maggioranza dei giocatori, guidati in panchina da “Hanne” Sobek, autentica leggenda del calcio berlinese, per due volte campione di Germania con l’Hertha a inizio anni ’30, sceglie di non obbedire e di fuggire.
Lasciano casa e lavoro a Est e viaggiano per l’incontro contro l’Amburgo. Perdono 7-0, ma nessuno decide di tornare indietro. Nemmeno due settimane dopo, il 9 giugno 1950, in un locale di Moabit, a Berlino Ovest, nasce l’Union 06 Berlin, con lo 06 che ricorda l’anno di fondazione dell’Union Oberschöneweide. I calciatori rimasti a Berlino Est, insieme ad alcuni elementi della squadra riserve, formeranno il Sg Union Oberschöneweide, che disputa la massima serie della Ddr. Per loro comincerà un periodo buio che li porterà nei bassifondi del calcio della Germania Est. Per l’Union 06 ci saranno ancora un paio di partecipazioni, senza successo, alla fase finale del campionato tedesco. Le due squadre però non si perderanno di vista. Fino al 1956 in amichevole si incontreranno più volte, la prima nel 1952 alla presenza di Walter Ulbricht, segretario della Sed, il partito di governo della DDR, a cui era intitolato Stadion der Weltjugend di Berlino Est, sede dell’incontro. Poi per 36 anni più nulla, anche se nel ’61 dopo la costruzione del Muro Paul Zimmermann, capo della sezione calcistica dell’Union Oberschöneweide aveva fatto appello a tutti i giocatori dell’Union 06, residenti nella parte orientale della città. Dopo la Riunificazione l’Union 06 e l’Union Berlin, nata nel 1966 e diventata una squadra di culto nella Ddr, si sono sfidate ancora. Nel 2006 per il centenario dell’Union Oberschöneweide e nel 2015 per una partita di beneficenza per aiutare i profughi arrivati nella capitale. Un ricordo forse di quanto i rifugiati erano loro, quelli dell’Union 06 Berlin.