Da a qualche anno a questa parte Piacenza ospita il Festival del Diritto - l’ultimo si è tenuto dal 22 al 25 settembre - e contemporaneamente una sorta di "contro-festival", organizzato dalla sezione piacentina dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (Ugci). Il presidente dell’associazione, Livio Podrecca, spiega che questa situazione anomala si è creata nel 2008 quando il festival, che riceveva e riceve lauti contributi pubblici e che si annunciava pluralista nelle voci e negli orientamenti, rivelò invece un’impostazione definita rigidamente dalla direzione scientifica affidata al "laicissimo" Stefano Rodotà. I rappresentanti dell’Ugci decisero di rispondere con un convegno che presentasse un punto di vista alternativo. L’iniziativa si ripete anche quest’anno e si tiene oggi, a partire dalle ore 9, alla Sala degli Arazzi della galleria Alberoni.
«Il tema del Festival del diritto 2011 è stato "Umanità e tecnica" – dice Podrecca – e Rodotà nella presentazione dell’evento ha scritto che "l’umanità non è immutabile, non esprime una natura umana sempre identica a se stessa. L’umanità è artificiale, muta e si rinnova a seconda dei contesti e delle epoche". Anche noi quest’anno parliamo di natura, di corpo, il tema è infatti "Maschio e femmina Dio li creò". Ma lo facciamo per affermare che esiste una grammatica della creazione, riconoscibile non per fede ma, come ha ricordato provvidenzialmente Benedetto XVI nel recente discorso al Bundestag, sul piano della natura e della ragione. E per mostrare come la riscoperta del diritto naturale sia necessaria per porre un argine a certe aberrazioni della cultura anche giuridica di questo tempo». Tra le voci che interverranno oggi figurano tra gli altri Mauro Ronco, docente di Diritto penale all’Università di Padova e presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino; Paolo Cavana, docente di Diritto ecclesiastico alla Lumsa di Roma; monsignor José Granados, del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e sulla famiglia; Costanza Miriano, giornalista del Tg3 e autrice del bestseller Sposati e sii sottomessa; il filosofo del diritto Francesco D’Agostino, ben noto ai lettori di "Avvenire". Sul tema specifico del convegno, che tocca il rapporto tra sessualità e diritto, D’Agostino sottolinea come si parta da presupposti forti: «Che l’identità umana sia sessuata in radice non lo dice solo la metafisica classica, lo dicono tutte le ricerche antropologiche e psicologiche che hanno per oggetto l’uomo. Quando il Papa a Berlino ha parlato di un’ecologia umana, ha voluto proprio richiamare l’attenzione di tutti su questo punto: l’ecologia difende la natura come ambito non manipolabile arbitrariamente, ma con una sua consistenza intrinseca; questo riconoscimento, questa attenzione dovrebbe andare a maggior ragione alla natura umana». Ciò non vuole dire ricadere nelle posizioni di alcuni «giusnaturalisti inveterati» che considerano il diritto naturale come un «codice a portata di mano per la rapida soluzione di qualsiasi problema». «A Piacenza – continua D’Agostino – siamo chiamati a riflettere sul fatto che l’uomo ha con la natura un rapporto difficile e complesso, perché a differenza degli animali, che sono totalmente immersi nella loro naturalità e non sono in grado di sfuggire ad essa, nell’uomo la natura diventa un problema». Partire dal riconoscimento del diritto naturale permette di proprio di cogliere la complessità dei fenomeni, evitando banalizzazioni correnti. «Oggi abbiamo dinamiche culturali di tipo libertario che insistono in maniera a volte incredibilmente ingenua sull’idea che l’uomo possa ricostruire se stesso senza limiti, a suo piacimento. La teoria del genere, secondo cui l’identità sessuale è una costruzione sociale, può sembrare affascinante perché tale da postulare la più completa realizzazione della libertà da parte degli individui, ma si scontra quotidianamente con la dura risposta della realtà: l’uomo, ogni uomo, vive la sua sessualità come un difficile equilibrio biologico e psicologico. Nessuno può trionfalmente controllare la propria sessualità e cambiarla come si cambia un abito, moltissime nevrosi e psicopatologie hanno un riferimento a una cattiva gestione umana dell’identità sessuale». In altre parole, sostiene D’Agostino, «l’uomo è l’unico animale che può soffrire di "disforia di genere", cioè può non essere pacificato con la propria identità sessuale. Questo è un gravissimo problema psicologico, ma è anche il segnale che quando l’uomo cerca di ribellarsi alla natura ne esce sconfitto o comunque pieno di ferite». Su amore, famiglia e diritto naturale, a Piacenza ci sarà anche una lettura che partirà da un punto di vista economico – "L’economia dell’amore" è il titolo dell’intervento – da parte di Ettore Gotti Tedeschi. Per l’attuale presidente dello Ior, che in diverse sedi negli ultimi mesi ha parlato del ruolo della denatalità nell’attuale crisi finanziaria, l’analisi dell’impasse presente deve spingersi anche sul terreno della cultura. «Senza un nichilismo, un relativismo di fondo non si sarebbe potuta creare una società dei consumi – commenta Gotti –, società dei consumi che a sua volta incentiva forme di egoismo diffuso. Perché uno sviluppo economico incentrato sui consumi ha bisogno di un uomo materialista e senza spirito, di un uomo visto semplicemente come animale intelligente».