La regista Liliana Cavani (Giorgio Boato)
“Ho conosciuto persone che mi hanno aiutato a essere me stessa. Mi hanno insegnato a credere in me. Ho avuto un’istruzione globale, non mi importava delle etichette". Una donna e una regista fiera, Liliana Cavani, antesignana dell'emancipazione femminile nel mondo del cinema, che oggi all'Excelsior al Lido di Venezia, nell’ambito della 75ma edizione della Mostra del cinema di Venezia, ha ricevuto il Premio Bresson, conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, con il patrocinio della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Pontificio Consiglio della Cultura. Ha consegnato il Premio monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e presidente dell’Apsa, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica nella cerimonia presentata da Tiziana Ferrario, inviata del Tg1 Rai.
Ecco la motivazione: “Autrice refrattaria alle mode, radicale e felicemente provocatoria, la sua opera assorbe e restituisce con notevole forza espressiva la tensione intimamente cattolica tra la vocazione alla santità e la legge di gravità del peccato. Un conflitto talvolta aperto (come nella trilogia su Francesco o nei documentari sulla vita consacrata non secolare: "Gesù mio fratello" e "Clarisse") e altre volte camuffato in storie di uomini e donne in faticosa ricerca, attraverso percorsi di sperimentazione continua, tra smarrimenti, consapevolezze e bagliori”.
"Quello che manca oggi è la conoscenza della Storia, che porta alla superficialità - ha aggiunto Cavani -. Al liceo non si studia il Ventunesimo secolo. Io inseguo la libertà, non voglio vincoli. Lavorando in televisione ho imparato molto, specialmente l’importanza del passato per comprendere il presente. Bisogna pretendere una scuola migliore, combattere l’ignoranza”.
“Oggi è un giorno solenne, il momento più importante per noi della Fondazione Ente dello Spettacolo” ha commentato orgoglioso monsignore Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo mentre monsignor Galantino ha aggiunto: “Siamo in un momento di positiva provocazione. Il significato delle parole è sempre più importante, il silenzio è il grembo della verità. La nostra è una cultura da stadio, che ci spinge a rapportarci con l’altro come se fosse un avversario. L’emozione diventa un fatto negativo quando la ragione viene messa da parte, quando diamo spazio alla falsità della comunicazione. In Italia c’è una grande differenza tra percezione e realtà. Quelli che attirano di più l’attenzione sono quelli che mettono a tacere la verità". Presenti anche Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, e Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra di Venezia che ha svelato: “Mi sono formato in parrocchia, come tanti. Per tanto tempo sono stato legato al cristianesimo e ai suoi valori. Liliana Cavani mi ha insegnato a comprendere la complessità di questi valori. E quanto è difficile calare questi valori nel quotidiano”.
Il Premio Robert Bresson è stato istituito nel 1999 e viene assegnato ogni anno al regista che abbia dato testimonianza con il suo lavoro del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza. Tra gli italiani, lo hanno vinto Gianni Amelio, Giuseppe Tornatore e Carlo Verdone. Liliana Cavani è la prima donna ad aggiudicarselo.
Liliana Cavani è nata a Carpi, in provincia di Modena, il 12 gennaio 1933. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Federico Fellini 8 1/2 per l'eccellenza artistica al BIF&ST di Bari. Sempre nello stesso anno le è stato conferito il David Speciale alla Carriera.
Quest’anno il Premio Bresson è stato creato da Damiani e Venini, che l’hanno realizzato per la Fondazione Ente dello Spettacolo, di cui sono main partner in occasione della Mostra del Cinema, a conferma di una tradizione che da sempre lega due eccellenze dell’artigianalità italiana al mondo della settima arte. Silvia Grassi Damiani, vicepresidente del Gruppo Damiani: “È stato un onore poter realizzare questo premio per conto della Fondazione Ente dello Spettacolo, di cui siamo main sponsor in occasione della Mostra del Cinema ed è un privilegio poterlo consegnare a Liliana Cavani, grande protagonista del cinema italiano e internazionale".