Non sono un grande appassionato di musica rock. Mi emoziona invece la musica classica, in particolare quella sacra, che libera sonorità uniche nelle grandi cattedrali, come la Basilica superiore di San Francesco. L’acustica di questo luogo è formidabile: non a caso qui si svolgono i Concerti di Natale – che la Rai trasmette in eurovisione – con grandi orchestre e grandi cantanti.Avevo letto un’intervista alla cantante rock Patti Smith – che conoscevo appena, di nome – sul
Corriere della Sera, nella quale confessava il suo amore per la pittura rinascimentale, per Giotto e per san Francesco. A tal punto da inserire la cosiddetta
Preghiera semplice di san Francesco – una straordinaria invocazione al Signore – letta da un prete, in un brano del suo cd
Banga. Disse di più, ovvero che «Francesco portava avanti il solo messaggio di Cristo: “Amore, amore, amore”». Così, approfittando della presenza della musicista a Perugia per un concerto il 25 luglio 2012, chiesi all’organizzatore dell’evento, Sergio Piazzoli, un amico, di contattarla e di invitarla per il giorno dopo al Sacro Convento di Assisi. Invito che l’artista accolse. Il mio obiettivo era di conoscerla dopo quella sua professione di fede per san Francesco. Patti Smith arrivò a piedi, assieme al suo
road manager italiano, al portone del Convento. Avevano lasciato l’auto al parcheggio di San Pietro: fu una sua scelta, noi avevamo detto loro che potevano arrivare proprio davanti al Sacro Convento. Le sembrava poco rispettoso, così fece la salita a piedi.Vestita molto semplicemente – jeans, camicetta, giacca, borsa a tracolla –, senza l’aura mediatica delle star, con uno spirito poetico, lo sguardo colmo di stupore, Patti Smith entrò al Sacro Convento. Accogliendola, con il Custode, padre Giuseppe, e osservandola, riuscii a capire perché aveva parlato in quel modo di Francesco: «Amore, amore, amore». Una delle prime cose che ci disse fu che era già stata nella Basilica un paio di volte, da semplice pellegrina, appassionata di Francesco e della grande arte. Guidata dal capo dei restauratori della Basilica, Sergio Fusetti, iniziò la sua visita agli affreschi. Si fermò a lungo nella cappella di San Martino, nella Basilica inferiore, affrescata da Simone Martini, confessando un feeling particolare con il pittore senese. Poi, nella cappella di San Nicola – dove era in piena attività il cantiere per il restauro di affreschi giotteschi – il restauratore Fusetti le porse un pennello già pronto, indicandole lo spazio di pochi centimetri da ricoprire. La foto della musicista intenta al restauro fece naturalmente il giro del mondo, accompagnata da una sua splendida frase: «Scusa, Giotto, ma l’ho fatto con tanto amore». Finita la visita agli affreschi, Patti Smith si fermò a pranzo con noi nel grande refettorio. Poi ci fu una passeggiata sotto il porticato e infine una lunga e appassionata intervista al nostro sito
sanfrancesco.org. Non l’abbiamo dimenticata. E grande è stata la mia felicità – qualche mese dopo questa visita – quando ho letto una sua dichiarazione sull’elezione di papa Francesco: «Dopo la notizia delle dimissioni di Benedetto XVI ho pregato perché il suo successore scegliesse il nome di Francesco». C’è una sua foto mentre stringe la mano a papa Francesco in occasione di un’udienza generale e una sua dichiarazione nella quale rinnova tutto il suo amore per Francesco d’Assisi: «Un Santo molto puro, vicino alla natura, che aveva a cuore l’ambiente, i poveri, la semplicità».