Primo ospite di Paola Saluzzi il novantenne Samuel Modiano, scampato alla Shoah (Vincenzo Cositore)
Testimoni del mondo e del tempo, nient’altro che uomini e donne. Non eroi, semplicemente coraggiosi. Protagonisti del quotidiano coraggio di continuare a vivere, certamente più di prima. Una nuova forza data da quegli ostacoli che la sorte ha posto davanti perché fossero superati e diventassero pietre angolari di una rivitalizzata esistenza. Da raccontare perché porti frutto con la sua empatica esemplarità. Torna così da questo pomeriggio Ritratti di coraggio, il programma che Paola Saluzzi aveva inaugurato su Tv2000 lo scorso settembre e che ora ripropone in dieci nuove puntate, a partire da oggi fino al 28 luglio, alle ore 17.30. «Sentivo da tempo il bisogno di far risuonare in tv altre cor- de – spiega la conduttrice, tornata l’estate scorsa all’emittente dei cattolici italiani dopo la recente esperienza con Sky –. E ho riscontrato che questa mia esigenza di dare spazio al commovente bene che c’è, è avvertita anche dalle gente. Basta avere il desiderio di aprire gli occhi e il cuore». A Paola Saluzzi non serviva altro che mettersi in ricerca e in ascolto: storie di vita, sacrifici quotidiani, esempi di resilienza, di resistenza, di indomabile volontà. La forza vitale e, questa sì, virale, della esemplarità. Così dalle prime dieci puntate (che torneranno in replica ogni lunedì, dal 2 luglio, alle 19.30) è sgorgato naturalmente questo nuovo ciclo.
«Un promemoria per ribadire che le storie di coraggio fanno bene alle persone – spiega –. La gente ha urgenza di speranza, di fiducia, di positività e ottimismo. Le persone vogliono bellezza e segnali di vita a cui attingere energia per contrastare e opporre il bene al male che attraversa la quotidianità e la società. Le notizie buone esistono, bisogna avere la voglia e il coraggio di dare loro voce e visibilità. Come nella vita, bisogna scegliere da che parte andare. E non chiamiamolo buonismo, spesso ipocrita e comoda riduzione». Toccherà al novantenne Samuel Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti di Auschwitz, aprire il nuovo ciclo. Lo vedremo raccontare a Paola Saluzzi la personale esperienza che porta avanti da anni accompagnando ignari ragazzi sui luoghi della tragedia della Shoah, perché ciò che accadde non venga annacquato e sepolto sotto la coltre insidiosa e colpevole della dimenticanza, se non addirittura della menzogna. «Siamo noi, saranno loro, i testimoni del tempo e della storia – spiega la Saluzzi –. Questi quindicenni che viaggiano oggi con Modiano e possono credere direttamente in ciò che lui racconta. Saranno loro a perpetuare la testimonianza, quando verrà mancare il testimone oculare. Dovranno essere capaci di dire che ciò che è successo è tutto vero, avendo vissuto la potenza del racconto vissuto».
Il nuovo viaggio è una costellazione di differenti esemplari vicende. Tutte legate tra loro dalla sottile e profonda trama del dramma e del viatico di una sofferenza che diventa coraggio e vita rinnovata. Ascolteremo così, tra le altre, le storie di Giovanni Sasso, atleta paralimpico, ed Emanuela Sabbatini, che contrasta il fenomeno delle spose-bambine, di Gabriele Cristaldi, rimasto su una sedie a rotelle dopo un incidente stradale e che ora aiuta altri tetraplegici, o di Alessandra Clemente, che ha assistito alla morte della madre, Silvia Ruotolo, per mano della camorra e ora è assessore alle politiche giovanili a Napoli. «Abbiamo il dovere di insistere, di ripetere all’infinito che la grinta e la carica della positività, che la forza vitale dell’energia buona debbano entrare sotto pelle nella gente – conclude la Saluzzi –. Ma chi comunica deve per primo crederci, altrimenti si capisce che non c’è autenticità nel suo messaggio. Certo, il rischio di cadere nel cosiddetto buonismo è dietro l’angolo, ma poi alla lunga ti casca addosso. La bontà invece è quella che fa a braccio di ferro con la cattiveria. E va raccontata, l’importante è insistere. Il pubblico ne ha bisogno, lo chiede».