(Fumando facio cittadini, acquaforte colorata a pennello, 1799)
È una commedia di maschere che mette alla berlina anche mode e vizi di una società in trasformazione tumultuosa, con vorticose ascese sociali di classi arricchite e l’esplosione della borghesia. Sono immagini di una città in trasformazione da capitale di un mondo rurale e artigiano a epicentro della rivoluzione industriale padana.
(Calendario “Grand Schic”, 1858)
C’è poi il mondo popolare, quello dei mestieri, degli ambulanti, dei cantastorie, ritratti sullo sfondo di una Milano spesso ancora riconoscibile, nonostante le grandi trasformazioni che la città ha vissuto e sta vivendo. Troviamo l’ombrelliere e la lavandaia, il “sediaro” e l’arrotino, lo spazzacamino e il facchino
(scheda 17 Milanesi Vol. O 102-2, tav. 11)
(Spazzacamino – Veduta di San Paolo e Santa Eufemia, da Raccolta di 30 costumi con altrettante vedute della città di Milano, acquatinta, 1821)
(Venditrice di fiori – Veduta di Palazzo Serbelloni, da Raccolta di 30 costumi con altrettante vedute della città di Milano, acquatinta, 1821)
Ma sono i momenti più caldi dal punto di vista politico che danno vita al maggior numero di immagini. Nel 1848 impazzano le caricature antiaustriache.
(Milano Mostra_8876)
(Non ti degnavi di trattare con i milanesi…, 1848)
(Un mese avanti la rivoluzione di Milano, 1848)