ll libro di Baldissara e Pezzino è un libro a tesi, che vuole dimostrare un’idea precostituita; il mio invece è una cronaca, che racconta come le cose sono avvenute sulla base della mia esperienza diretta e di quella di altri testimoni oculari». È molto deciso e anche un po’ arrabbiato don Dario Zanini, 85 anni splendidamente portati, parroco di Sasso Marconi e uno degli ultimi testimoni diretti di quel «massacro di Monte Sole» del quale parlano i due studiosi dell’Università di Pisa e sul quale egli stesso ha scritto un corposo volume, preso di mira dai due. «Credo di poter rispondere – spiega – ad alcune tesi che contraddicono le mie, peraltro tutte basate sui fatti». La prima è che i partigiani non potevano immaginare una strage così efferata, e per questo lasciarono «scoperta» la popolazione civile: «Posso ammettere che una cosa del genere non fosse immaginabile, ma furono i partigiani a chiamare la popolazione civile sulla montagna, con la promessa di difenderla; poi invece furono i primi a fuggire, e di loro infatti non è morto quasi nessuno. Non accettarono lo scontro, e così i tedeschi si rifecero sui civili». Don Zanini respinge anche la tesi di un suo «accanimento anti-partigiano»: «A noi quelle persone si presentarono, almeno in un primo tempo, come ladri e assassini, non come combattenti; e furono i primi a uccidere dei civili, per ragioni private e non di guerra», tanto che «quando il comandante di uno dei gruppi si accorse di quello che facevano i suoi sottoposti, ne cacciò un’ottantina». Dunque «quando don Angelo Carboni, che fu testimone oculare anche lui, in una delle prime opere che sono state pubblicate su Monte Sole afferma che la strage fu provocata dai partigiani, dice sostanzialmente una cosa vera». « Perché non si ricorda ad esempio – aggiunge il parroco – che i tedeschi mandarono ai partigiani una delegazione per richiedere un armistizio e i partigiani uccisero l’intera delegazione?». Un episodio non citato da Baldissara e Pezzino, «per i quali invece un certo Venini, il primo ucciso dai partigiani, « I sarebbe stato trucidato da nazisti: falso, come gli stessi documenti dimostrano». Questo, sottolinea con forza don Zanini, non significa affatto giustificare i tedeschi nelle loro efferatezze: «È stato davvero un massacro orrendo, nel quale ho perso dei parenti»; ma occorre anche chiedersi « perché i partigiani fuggirono e lasciarono nelle loro mani la popolazione inerme». A suo parere, insomma, gli autori del libro hanno esaminato solo alcuni episodi, quelli che potevano essere interpretati a favore delle loro tesi, e non altri che invece le contraddicevano.