Finalmente una buona notizia dal fronte iracheno. Dopo 12 anni di travagli, ha riaperto i portoni il Museo nazionale iracheno di Baghdad, che conserva preziose testimonianze della storia mesopotamica, a cominciare dai monumentali tori alati.
Noto all'epoca del regime di Hussein come "il negozio di Saddam", tanto risultava inaccessibile ai comuni cittadini, il museo fu chiuso allo scoppio della secondda guerra del Golfo, con l'arrivo delle truppe americane. Nel caos che seguì, furono i saccheggiatori iracheni e i ricettatori di tutto il mondo ad avere la meglio. Si stimano in 15.000 i reperti trafugati, un terzo dei quali è però stato recuperato.
La riapertura dal museo, con parte dei reperti restaurati, sembra arrivare in risposta alla recente distruzione da parte dei jihadisti dell'Is delle antichità conservate nel Museo di Mosul (in parte, per fortuna, copie in gesso). A tagliare il nastro dell’inaugurazione è stato il premier iracheno in persona, Haider al-Abadi. La collezione copre almeno 7.000 anni di storia, nei quali la Mesopotamia viene considerata “la culla” della civiltà.