sabato 24 giugno 2023
Visibili per la prima volta i reperti trovati nelle antiche terme sepolti nel fango. L'inaugurazione ieri alla presenza di Sergio Mattarella
Il presidente Sergio Mattarella all'inaugurazione della mostra al Quirinale sui bronzi di San Casciano

Il presidente Sergio Mattarella all'inaugurazione della mostra al Quirinale sui bronzi di San Casciano - Ansa

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Fino al 25 luglio e dal 2 settembre al 29 ottobre, presso il Quirinale, la mostra "Gli Dei Ritornano - I Bronzi di San Casciano"presenta al pubblico, per la prima volta, le eccezionali scoperte effettuate nel 2022 presso il santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni.

La mostra, inaugurata ieri dal presidente Sergio Mattarella, è strutturata come un viaggio attraverso i secoli, immergendo i visitatori nel paesaggio dell'antica città-stato etrusca di Chiusi. Dall'età del bronzo all'età imperiale, la mostra ruota attorno alle proprietà curative delle sorgenti termali del santuario di San Casciano dei Bagni, dove gli antichi si recavano per alleviare dolori alla testa e allo stomaco, nonché per pregare gli dei affinché garantissero una pronta guarigione.

Durante gli scavi effettuati tra settembre e ottobre 2022, sono state rinvenute 34 statue e statuette, migliaia di monete in bronzo (molte ancora intatte e mai entrate in circolazione) e preziosi ex-voto anatomici. Le iscrizioni in etrusco e latino appartenenti alle popolazioni che frequentavano il luogo sacro sono state scoperte grazie al sorprendente stato di conservazione all'interno delle acque termali.
Il santuario probabilmente ospitava anche una scuola medica separata dalle vasche, come suggerito dal ritrovamento di placche poliviscerali e di uno strumento chirurgico sottile.
"Le opere sono state preservate all'interno di un ambiente privo di ossigeno, sigillate dal fango delle acque termali che si è accumulato nel corso dei secoli nella grande vasca, fatto che ha consentito di rinvenire frutti, oggetti di legno e pigne che normalmente non rinveniamo se non in contesti straordinari", spiega Luigi La Rocca, direttore generale dell'Archeologia, delle Belle Arti e del Paesaggio. La collezione di bronzi di varie tipologie ritrovata può essere collocata soprattutto tra la prima età repubblicana e la prima età imperiale romana (dal I secolo a.C. al III-IV secolo d.C.). "Desidero sottolineare come il lavoro di squadra abbia permesso di avviare in tempi eccezionalmente rapidi il restauro degli oggetti esposti, che rappresentano solo una selezione delle scoperte, poiché gli altri oggetti sono ancora oggetto di cure da parte dei nostri restauratori".

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