La copertina di "Gutenberg" n. 10, 13 dicembre 2024 - -
Le prove dell’esistenza di Dio, si usa dire nella tradizione filosofica, convincono soltanto chi in Dio ci crede già. Uno scherzoso paradosso volto non a sminuire, ma a contestualizzare nella storia del pensiero le costruzioni logiche generate e innestate sugli strumenti sempre limitati della ragione umana che prova a misurarsi con un infinito che inevitabilmente quella ragione trascende. Ma quello che può accomunare credenti e non credenti è il terreno condiviso dell’apertura alla ricerca, del lasciarsi aperti all’interrogativo anche davanti al mistero irriducibile della natura. Non tanto le prove, quindi, ma le tracce, i segnali, i sospetti dell’altro possono diventare terreno di scambio e di confronto capace di superare le barriere di appartenenza ideale e diventare vero e proficuo dialogo attorno alla natura e alla collocazione dell’uomo al suo interno. Le scienze contemporanee, soprattutto quelle che indagano l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, pongono più domande di quanto forniscano risposte; domande che interrogano l’uomo senza aggettivi, di ogni tempo e di ogni fede. La filosofia e l’astronomia, la fisica e la mistica si intrecciano attorno agli interrogativi sollevati dalle profondità del cosmo che i nuovi strumenti tecnologici consentono di intuire a impensabili distanze dello spazio e nel tempo. Le parole di quegli uomini di scienza, che ogni giorno si confrontano con la smisurata grandezza della natura che sempre eccede la finitezza dell’uomo e della sua ragione, possono seminare scintille di luce in grado di rischiarare il nostro essere nel mondo.
La copertina di "Gutenberg" n. 10, 13 dicembre 2024 - -
L'astronomo Piero Benvenuti chiarisce che non sempre ciò che è razionale è anche vero: meditare sulla creazione come relazione, come suggerisce san Tommaso, è invece molto più interessante e salvifico che ricercare improbabili prove scientifiche della creazione come inizio dell’universo. Per il fisico Federico Faggin, intervistato da Davide Re, spiritualità e scienza sono più della loro somma: «solo lo “stato quantistico” può descrivere l’esperienza cosciente. Il vantaggio della fisica quantistica è permetterci di descrivere una realtà più complessa e profonda: ma solo se ci liberiamo dal materialismo».
L'analisi del filosofo Francesco Totaro giunge alla conclusione che né la scienza ha bisogno della stampella-Dio, né Dio ha bisogno della stampella-scienza: l’idea di Dio è quella di un essere incondizionato che non può essere incastrato nella serie delle relazioni causa-effetto. Spazio quindi al complesso fenomeno delle esperienze pre-morte, al centro di un recente convegno a Firenze raccontato da Andrea Fagioli, e alla relatività "malinconica" di David Finkelstein, il fisico statunitense che tentò di specchiare le sue ipotesi innovative sullo spazio oltre l'orizzonte degli eventi nell'opera artistica di Albrecht Dürer: a tratteggiarne la figura è la scrittrice Rosita Copioli.
La sezione Percorsi si apre con la presentazione della docuserie Giubilei mediatici, realizzata dalla Fondazione Mac (Memorie audiovisive del cattolicesimo) e prosegue con una ricognizione nella Milano città cosmopolita, al centro della mostra "Il genio di Milano" alle Gallerie d'Italia e delle fotografie di Carlo Orsi a Palazzo Morando; l'attenzione si sposta quindi al jazz e a tutta la musica "nera", protagonisti di alcune recenti pubblicazione e del nuovo disco di Paolo Fresu, e a un originale giro del mondo attraverso i campi di golf più suggestivi sparsi ai quttro angoli del pianeta.