L’attore Neri Marcorè, al Prix Italia per presentare il doc Rai su Italo Calvino - .
«Sulla lapide di Cosimo Piovasco di Rondò fu scritto: “Visse sugli alberi – amò sempre la terra - salì in cielo”». Il Barone rampante è volato via, come il suo creatore Italo Calvino, di cui il prossimo 15 ottobre si celebrano i 100 anni dalla nascita. Un attimo di silenzio commosso si scioglie in un lungo applauso al Teatro Piccinni di Bari per l’attore Neri Marcoré che ha appena terminato di leggere l’ultimo capitolo del Barone rampante.
Un reading, compreso il racconto L’altra Euridice dalle Cosmicomiche, che ha introdotto al 75mo Prix Italia della Rai l’anteprima del documentario Italo Calvino – Lo scrittore sugli alberi, con la regia di Duccio Chiarino, coprodotto da Rai Documentari e Arte che Rai 1 trasmetterà il 15 ottobre su Rai 1 alle 23.30. «Trovo il capitolo finale così bello. Simbolicamente e metaforicamente ci sono dei riferimenti che fanno pensare anche al presente, a come il mondo è diventato adesso, pur essendo stato scritto nel ‘57» spiega Marcoré ad Avvenire. Che aggiunge: «Sarà che fisicamente c’è una certa somiglianza con Italo Calvino, ma nel 2017 mi capitò di interpretarlo in un docufilm, Lo specchio di Calvino, del regista canadese Damian Pettigrew – ricorda -. Vediamo in questo film due Italo Calvino. Uno ripreso e intervistato a Roma nel 1984 dallo stesso regista. L’altro è interpretato da me che faccio rivivere il suo percorso letterario».
Il percorso artistico del più importante degli scrittori italiani del Novecento nel documentario Rai viene riletto attraverso una delle sue opere più note, Il Barone rampante. Nel 1957 in cui si racconta la ribellione del giovane barone Cosimo Piovasco di Rondò che, dopo una lite col padre, sale su un albero e decide che non scenderà mai più. Lo stesso anno Italo Calvino dopo aver visto i carrarmati russi reprimere nel sangue la pacifica insurrezione di Budapest, restituisce la tessera del Partito Comunista Italiano in cui militava dal 1944.
Sarà lo stesso autore a guidarci nell’esplorazione della propria avventura umana e letteraria attraverso le interviste d’archivio, anche grazie a inediti filmati (come quelli girati al piccolo Italo negli anni 20 dal padre Mario, botanico, nel rigoglioso giardino di casa a Sanremo), foto e lettere autografe concessi in esclusiva dalla figlia Giovanna, in particolare per quanto riguarda la formazione del suo immaginario, l’esperienza partigiana prima e la militanza nel PCI poi, il rapporto creativo con città come Parigi e New York, il rapporto con l’osservazione scientifica nell’ultima parte della vita. Tra gli intervistati: Giovanna Calvino, Ernesto Ferrero, Marie Fabre, Stefano Bollani, Letizia Modena, Mario Barenghi, Paolo Virzì.
«Calvino è stato uno dei primi che ricordo di aver letto da ragazzo - ricorda Marcoré -. Iniziai con Marcovaldo. Da lì passai alla trilogia, al Barone, al Visconte, al Cavaliere e poi Il sentiero dei nidi di ragno e via dicendo. Credo di aver letto quasi tutto, se non tutto. Ad attrarmi il suo modo di scrivere, il suo talento nel comporre la struttura, la lingua che usa, l’esattezza, concetto presente nelle Lezioni americane e poi anche nelle Città invisibili e nelle Cosmicomiche». Ma Marcoré non ha mai pensato di portare Calvino in un vero spettacolo teatrale? «Lo avevamo pensato col regista Giorgio Gallione, con cui lavoro da 20 anni, ma poi non se ne è fatto più nulla. Probabilmente qua e là abbiamo infilato delle cose calviniane nei vari lavori che abbiamo rappresentato». Con la regia di Gallione Marcoré da febbraio porterà in tour La buona novella di De André.
Ma con Calvino non finisce qui. Marcoré sta lavorando con lo studioso Giulio Pantalei ad uno spettacolo più articolato, fra letture e canzoni, accompagnato dal musicista Domenico Mariorenzi, per festeggiare il compleanno dello scrittore il 15 ottobre alle Terme di Caracalla di Roma. L’idea in via di definizione è quella di inaugurare così tre grandi mostre, due a Roma e una a Genova, su Italo Calvino. Dal 13 ottobre al 4 febbraio 2024 alle Scuderie del Quirinale, a Roma, sarà in mostra Favoloso Calvino. Il mondo come opera d'arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri. A cura di Mario Barenghi, indaga il rapporto di Calvino con le arti ed è pensata come un viaggio attraverso la vita, le scelte, l’impegno politico e civile, i luoghi e, soprattutto, la produzione letteraria e il metodo di lavoro di Italo Calvino.
Saranno esposte più di quattrocento opere tra dipinti, sculture, disegni e illustrazioni di decine di artisti dal Rinascimento a oggi, codici miniati medievali, arazzi, fotografie e ritratti d’autore e molte prime edizioni dei libri di Italo Calvino. E’ organizzata da Scuderie del Quirinale con la casa editrice Electa. Inoltre si apre alle Terme di Caracalla una grande mostra fotografica dedicata all’autore. A queste si accompagna Calvino cantafavole, a Palazzo Ducale di Genova. Organizzata da Electa in collaborazione con le Scuderie del Quirinale, Teatro della Tosse e Lele Luzzati Foundation, sarà aperta al pubblico dal 15 ottobre 2023 al 7 aprile 2024.