mercoledì 25 luglio 2018
Il direttore artistico annuncia la svolta: una selezione per under 36 in prima serata su Rai 1 a dicembre e lo stop alle due categorie Big e Nuove Proposte. A febbraio ci sarà una gara unica
Baglioni raddoppia Sanremo per i giovani e lo share
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Strada facendo, il Festival si unificherà e si sdoppierà nello stesso tempo. Come nella riproduzione di un organismo unicellulare. Claudio Baglioni ci pensava da un po’. Così, addio alle due sezioni, niente più Big e niente più Nuove Proposte. Gara unica, ma doppio Sanremo. Nella settimana prima di Natale, sotto l’albero di Rai 1 (e su Radio 2) arriveranno infatti due nuove prime serate, un Sanremo Giovani da cui usciranno due under 36 che, vincendo la gara, parteciperanno al 69° Festival che si terrà, come sempre, a febbraio. Insomma, una nuova “terra promessa” (era il 1984 quando Eros Ramazzotti veniva incoronato primo vincitore nell’allora neonata categoria Giovani con Terra Promessa), quella che sarebbe piaciuta mezzo secolo fa proprio al “giovane” Claudio Baglioni. «Per la prima volta nella storia recente di Sanremo – spiega su Facebook il direttore artistico – i due vincitori di Sanremo Giovani saliranno sul palco dell’Ariston e avranno le stesse possibilità di vincere di tutti gli altri cantanti e addirittura “raddoppiare” la vittoria. Personalmente – sottolinea – ho sempre trovato un po’ discriminante la contrapposizione simultanea tra Big e Nuove Proposte. Ho continuato a sentirla come una suddivisione concomitante che non faceva altro che fissare delle categorie che, rispetto al valore e alla bellezza delle canzoni, non hanno alcun senso. Il confronto diretto è tra parole, musica, interpretazione, arrangiamento, emozione. Credo che quel diciassettenne che mi assomiglia molto, e che firmò il suo primo contratto discografico da minorenne, avrebbe sognato una simile condizione, una possibilità come questa».

A onor di cronaca, già Tony Renis, nel 2004, aveva provato a eliminare le divisioni, ma l’anno successivo tornò la categoria dei Giovani (spesso relegati in tarda serata, fino alla direzione di Carlo Conti). Dal 1984 sul palco dell’Ariston di Giovani diventati Big ne sono passati molti: da Laura Pausini ad Andrea Bocelli, da Alex Britti a Marco Masini, passando per Michele Zarrillo e, tra gli ulti- mi, Francesco Gabbani, Arisa ed Ermal Meta. E proprio quest’ultimo è stato l’unico quest’anno a battere un colpo sul fronte più delicato dell’affaire Sanremo: quello delle vendite dei dischi. Che il Festival non sia più, da tempo, funzionale al mercato è un dato di fatto. E anche per questo sul nome di Baglioni ci fu un anno fa la convergenza dei discografici, per rimettere la musica al centro del Festival. Così è stato, in effetti, ma solo limitatamente allo show: successo di ascolti e share medio attorno al 50%, con la finale a toccare addirittura il 58%, ma dischi venduti sempre pochissimi. Anche per questo motivo sta ora per vedere la luce questa anteprima del Festival con Sanremo Giovani. «Ma raddoppiare non significa, semplicemente, replicare – spiega ancora Baglioni nel suo post –. Questo perché a me non interessa solo un “nuovo Sanremo”: mi appassiona un “Sanremo nuovo”... Bisogna alzare ancora un po’ l’asticella».

Un “salto in alto” che per il confermato direttore artistico e conduttore consiste in ciò «che ho sempre pensato dovesse essere l’evoluzione naturale del Festival di Sanremo: un’intera settimana dedicata ai giovani. Del resto, chi più di un giovane, può rappresentare una novità?». E proprio i giovani sono in fondo gli unici a invertire, in parte, i negativi dati di un mercato discografico in cui la musica si è spostata sempre più dal formato fisico a quello liquido, con il solo ascolto che ha ormai surclassato l’acquisto e anche solo una certificazione Disco d’oro (25 mila copie vendute), può essere considerata un traguardo di successo. Meta raggiunta e superata, stando all’annuale analisi del sito All Music Italia, soltanto da Meta (ormai prossimo al Disco di platino, in coppia con Fabrizio Moro). Per il resto, più che altro, soltanto gratificazioni, con le scoperte di nuovi talenti, guarda caso espressioni dell’ex categoria dei Giovani: il suo “ultimo” vincitore, Ultimo, e il vincitore della Targa, Tenco Mirkoeilcane. Ecco allora la scelta di Baglioni di puntare propio sui giovani, portandoli sulla rete ammiraglia Rai in prima serata con uno spazio ad hoc e una visibilità potenzialmente superiore a quella che avevano nel contesto del tradizionale Festival.

Una vetrina in anteprima, insomma. Una sorta di “talent” sotto l’egida di Sanremo per 24 artisti, nella settimana cruciale per gli investitori pubblicitari, quella che va dal 17 al 21 dicembre. Le due finali saranno infatti precedute da quattro puntate di 45 minuti ciascuna, attraverso cui i finalisti potranno far conoscere le loro canzoni. «Grazie a questa importante innovazione – dichiara il direttore di Rai 1, Angelo Teodoli – Sanremo Giovani diventa un grande evento a se stante. Questo è un segnale preciso di quanto Rai 1 voglia investire nella musica italiana e nei suoi nuovi talenti offrendo loro uno spazio maggiore e di alta qualità e, in questo caso, ai primi due classificati, un’opportunità unica». «Avrei potuto lasciare – confessa Baglioni –. E invece ho scelto di raddoppiare. Continuare, bissando, è la scelta più difficile. Ma il fascino dell’impresa è sempre proporzionale al rischio: più grande il rischio, più grande l’impresa». E chissà se tra un anno il Festival sarà riuscito anche a far vendere anche qualche disco in più.

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