Veduta aerea del tempio di Poseidone a Samikon, Elis, Grecia - Ministero greco della Cultura e dello Sport
Era citato da Strabone ma non si conosceva la sua collocazione, avvolta nel mito. Ora una équipe di archeologi greci e austriaci che sta scavando nella Grecia meridionale ritiene di aver trovato il tempio di Poseidone di Samiano. La scoperta del santuario dedicato al dio del mare greco, il cui culto godeva di molta fama, è stata fatta sull'acropoli dell'antica città di Samikon, nota anche come Samicum, in Trifilia, a pochi km da Olimpia.
Strabone citò il santuario risalente al periodo arcaico greco tra il 700 e il 480 a.C., nella sua Geografia, completata intorno al 20 a.C. Strabone scrisse che si trattava di un centro cruciale di identità religiosa ed etnica che ancorò la Lega delio-attica all'interno dell'area della Trifilia, nel Peloponneso. "Gli abitanti della città di Macisto, nelll'Elide (Peloponneso nord-occidentale) ne avevano il controllo", scrive Strabone, "ed erano anche loro a proclamare il giorno dell'armistizio chiamato Samiano. Ma tutti i Trifili contribuivano alla manutenzione del tempio".
Gli archeologi hanno scoperto le fondamenta di un edificio largo parecchi metri, con "muri accuratamente fissati" spessi più di un metro e mezzo. Sulla base dei primi calcoli, si può calcolare un edificio di almeno 30 metri di lunghezza. "Il grande edificio allungato non può essere altro che un tempio arcaico situato sul sito del santuario di Poseidone, forse addirittura dedicato al dio stesso", riferisce un comunicato dell'Istituto Archeologico Austriaco.
Perirrhanterion in marmo rinvenuto nel santuario di Poseidone a Samikon, Elis, Grecia - Ministero greco della Cultura e dello Sport
Frammenti di un tetto a lacunari e di un perirrhanterion in marmo, ossia un bacino d'acqua usato per i riti, confermano che l'edificio risale al periodo arcaico. Il team di archeologi ha scoperto anche altre caratteristiche architettoniche tipiche dei templi antichi, tra cui un pronao (vestibolo) e due stanze interne, una delle quali è una cella, riempita con un denso strato di tegole.
La collaborazione tra gli archeologi austriaci e greci proseguirà fino al 2026. Durante questo periodo, il team continuerà a studiare la topografia di Samikon e a cercare di localizzare il porto di Samikon.