Una cucina moderna, aperta al melting pot del gusto e perfino anticipatrice del KmZero. Altro che superato: Pellegrino Artusi a oltre 130 dalla
Scienza in cucina è tutt’oggi un 'padre della patria' culinaria. Il risultato del «Processo» tenutosi domenica 10 agosto a San Mauro Pascoli non ha lasciato dubbi: i partecipanti alla giuria popolare hanno votato in maniera quasi unanime per l’Artusi. 288 i sì, 76 i no e 8 gli astenuti. Con l’Artusi alla sbarra sono finiti la pubblica accusa e la difesa, composte da storici, saggisti e chef stellati. Scontro assai pepato. «Artusi non ha ricette sue – fu l’attacco dello chef Silverio Cineri – e non ha creato nulla di originale». Lo scrittore Alfredo Antonaros Tarocchini rincara la dose. «Ha scritto la sua
Scienza in cucina all’età di 71 anni scopiazzando altri cuochi soprattutto francesi». E poi, peccato di lesa maestà in Romagna: «In 790 ricette, solo due volte ricorda il Sangiovese». Lo chef Alberto Faccani è di tutt’altro avviso: «Qualsiasi cuoco deve partire dall’Artusi: considerarlo superato significa seppellire un secolo di cucina italiana». E lo scrittore Piero Meldini: «Utilizzava prodotti di stagione e della migliore qualità. I suoi piatti sono più attuali che mai». Ergo: condannare chi è l’identità stessa dell’Italia culinaria, vorrebbe dire «condannare cappelletti, passatelli e tagliatelle. Che mangeremmo poi a Natale?».