Il progetto per salvare il sito archeologico di Pompei dal degrado e dai crolli è il campo per sperimentare la blindatura degli appalti nei confronti delle infiltrazioni della criminalità più o meno organizzata. Legalità al cento per cento e anche più, insomma. «Fare in modo che nemmeno un euro finisca nelle mani della camorra» ha più volte affermato Andrea De Martino, prefetto di Napoli. E saranno le sue parole lo slogan che da ieri, dal momento della sottoscrizione in Prefettura del «Protocollo di legalità» da parte del premier Mario Monti e dei ministri presenti, accompagnerà il cammino di rinascita dell’antica città e dei progetti futuri, almeno quelli che prevedono l’intervento pubblico. Ed infatti Luigi Rispoli, presidente del Consiglio provinciale di Napoli, ha auspicato che «il percorso che parte da Pompei possa essere esteso a tutto il territorio». D’altronde il prefetto De Martino ha sottolineato il ruolo della Prefettura cui spetta, ha detto «il compito e l’onore di vigilare affinché non avvenga che la camorra o qualche altra organizzazione malavitosa entri in questo come in altri progetti. Ed i nostri uffici, grazie anche alla collaborazione della Guardia di Finanza - ha concluso - devono tenere forte sul fronte dell’antimafia».Messa in sicurezza e legalità sono dunque gli obiettivi per cui il Governo italiano e la Commissione europea hanno lavorato insieme e dato prova, in soli tre mesi, di poter costruire, valutare e approvare un intervento rilevante e impegnativo che, entro il 31 dicembre 2015, definirà la riqualificazione del sito archeologico di Pompei.I primi cinque bandi di appalto per i lavori prevedono pertanto alti requisiti di affidabilità, legalità e trasparenza definiti nel quadro del Protocollo di legalità promosso, con l’Intesa Interistituzionale “Progetto Pompei” del 20 gennaio 2012, dai Ministri dell’Interno, per i Beni e le Attività culturali, per la Coesione territoriale, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Soddisfatto il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio: «Pompei per anni è stata mortificata e dimenticata. Ora sapremo dimostrare la nostra partecipazione a questo progetto».Il “Save Pompei” è da tutte le istituzioni locali riconosciuto come l’elemento, ha osservato ancora Luigi Rispoli, «intorno al quale si può ricostituire il rilancio economico» della Campania. «È un’occasione importante, per guardare ai momenti di crisi come un’opportunità» il commento del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. «Vogliamo dimostrare – ha ribadito – la nostra voglia di riscatto spendendo bene fino all’ultimo centesimo le risorse destinate». Per il presidente della Regione Stefano Caldoro quello di Pompei «è uno dei progetti che possono cambiare il volto della Campania» grazie alla collaborazione tra istituzioni per realizzare gli interventi. «Il Governo - ha concluso - lavora con noi in questa intesa che vuole avviare una sfida per dare ai cittadini risposte ai problemi».