Paese ha bisogno di un cambiamento radicale e di una forte innovazione. Per centrare questo doppio obiettivo serve però un governo stabile, autorevole, credibile». Giuseppe Fioroni continua a spiegare, ma una domanda è subito obbligata: che governo ha in testa? Che tipo di alleanza? «C’è una sola possibilità: un grande patto tra l’area riformista e l’area moderata», dice secco l’ex ministro del Pd.
Bersani dà però l’impressione di puntare a qualcosa di diverso.Bersani saprà dire no a chi dopo Vendola pensa di aprire le porte a Di Pietro e alla sinistra massimalista. Un’alleanza di sinistra-sinistra nel nostro Paese non vince e comunque non governa. Ed è sciagurato anche solo pensare a una riproposizione della gioiosa macchina da guerra di Occhetto. Stavolta di gioioso non avrebbe davvero nulla.
Insisto Bersani...Non insista. Bersani sa che un’alleanza tutta spostata a sinistra metterebbe in difficoltà seria quella grande parte del nostro elettorato che vede nel Pd una forza di centrosinistra. E sono pronto a scommettere che si muoverà per impedire strane manovre.
L’area moderata è l’Udc?È qualcosa di molto più complesso. Ci sono segmenti importanti del Pdl, c’è l’area di Montezemolo, il gruppo di Todi... Purtroppo finora tutti si sono mossi come solisti. Ecco, c’è un gran bisogno di un direttore d’orchestra.
Il nome?Può essere solo Mario Monti a coagulare quell’area: il premier faccia un altro regalo al Paese, accetti la sfida e trovi il modo per partecipare alla competizione democratica anche senza candidarsi.
Chi sarà il premier?Chi tra i due leader prende un voto più dell’altro: in democrazia funziona così. Ma l’entrata in campo di Monti avrebbe sicuramente un effetto: la sua agenda sarebbe ancora il perno di un nuovo governo stabile dove verrebbero declinate quattro parole: crescita, equità, solidarietà, sussidiarietà.
Oggi ci sono le primarie...E sarebbe grave se per le ultime uscite di Renzi il Pd venisse omologato come il partito che lavora al superamento di Monti e per la rottamazione delle sue riforme. Ma con il sindaco sarò chiaro: non ci interessa trasformare il Pd nella brutta copia di Fi e nemmeno metterlo nelle mani di un mezzo grillino radical chic.
È però Vendola che vuole rottamare l’agenda Monti. E con lui Fassina.Il Pd è il primo partito della coalizione e d’Italia, le nuove regole della nuova alleanza dipendono solo dalle sue scelte. Bersani lo sa anche meglio di me.