La stagione del lutto, che investe le persone e le famiglie lasciandole spesso nella solitudine o nel rischio isolamento, può essere invece accompagnata con un’attenzione misericordiosa, ancora di più in questo Anno Santo. Lo conferma l’iniziativa del servizio hospice della Caritas di Bolzano- Bressanone, che ha voluto ampliare le iniziative per farsi prossimi a quanti vivono il percorso della malattia e soprattutto della perdita di una persona cara. «Finora avevamo curato un accompagnamento individuale su richiesta – spiega Günther Rederlechner, responsabile del servizio hospice – ma dallo scorso anno abbiamo proposto in varie realtà dell’Alto Adige delle occasioni per poter esprimere il modo adeguato il lutto e potersi confrontare con altre persone che hanno vissuto la stessa esperienza». Si tratta d’incontri mensili della durata di due ore circa («Chi vuole stare meno tempo o può arrivare solo in ritardo è comunque il benvenuto» osserva Rederlechner), che vengono ospitati in ambienti accoglienti e anche protetti, denominati “Caffè del lutto”: dove la bevanda calda, raffigurata anche nell’invitante locandina, è soltanto il pretesto per condividere pensieri e sentimenti con altre persone toccate da un evento luttuoso anche non recente. Gruppi solitamente piccoli, con facilità di scambio, non strutturati, ma liberi nella partecipazione, dove il clima di ascolto e di consolazione è positivamente creato da due volontari, formati allo scopo dalla Caritas per favorire il confronto: «In gruppo è più facile piangere o sorridere insieme». Un invito aperto a tutti, non confessionale, dove viene però lasciato spazio anche al silenzio e all’espressione libera della propria spiritualità: l’unico simbolo, a cui è facile riferirsi, una candela accesa. «Può capitare poi che qualcuno voglia proseguire con altri percorsi – precisa Rederlechner – come, ad esempio, il gruppo dei genitori che hanno perso figli giovani. Per tutti però la partecipazione è libera, rispettosa dei cammini individuali». Da Bolzano e Merano, centri principali, i “Caffè” sono stati poi proposti – spesso su segnalazione degli stessi partecipanti – anche in centri della periferia, talvolta ospitati da sale parrocchiali, case di riposo o anche veri e propri caffè. «Farsi capire e consolare da quanti si trovano nella stessa prova piò aiutare a elaborare il lutto», osservano i volontari della Caritas che parlano del lutto «non come di una malattia da trattare con farmaci o esercizi di rilassamento », ma come di un’esperienza della vita da attraversare. Anche con l’aiuto degli altri. Ulteriori informazioni possono essere richiesta alla Caritas (tel. 0471 304370) o scrivendo a hospiz@ caritas.bz.it.