lunedì 25 luglio 2022
Le realtà Usa pro-aborto come affrontano la stretta di alcuni Stati sulle interruzioni di gravidanza dopo la sentenza della Corte Suprema? Creando cliniche in territorio messicano. Come Marie Stopes
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La recente sentenza della Corte Suprema che ha ribaltato la cinquantennale dottrina americana dell’aborto come diritto federale basato sulla Costituzione ha prodotto – tra gli altri esiti – anche l’offerta di servizi di interruzione di gravidanza da parte di strutture private e pubbliche collocate in Stati democratici con leggi permissive confinanti con quelli a guida repubblicana che hanno sposato una regolamentazione più restrittiva. Prevedibile e comprensibile tra gli Stati Usa. Meno pronosticabile era quello che sta accadendo sul confine col Messico. Nello Stato messicano della Baja California, a ridosso del territorio americano, Marie Stopes Mexico Foundation (filiale locale della discussa istituzione Usa specializzata in servizi abortivi in tutto il mondo) ha aperto la prima clinica americana in terra straniera per offrire la possibilità di abortire liberamente alle donne americane che vogliono farlo ma non possono per via delle regole degli Stati Usa in cui risiedono. La città in cui ha aperto – Tijuana, 10 chilometri dal territorio americano, con San Diego di là dal confine – avrebbe ben altri problemi da risolvere essendo una delle più pericolose località del Messico per l’azione delle bande di narcos. Non solo: l’area di confine è interessata dal traffico di migranti che dal Centro America tentano di entrare negli Usa tramite il valico di San Ysidro. Ora si materializza il paradosso di un confine sigillato in entrata negli States per i migranti che invece si spalanca in uscita per gli aborti. Interrompere una gravidanza è legale in Baja California dall’ottobre 2021.

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