Si ritroveranno sabato e domenica in piazza San Pietro da tutto il mondo, a migliaia, per rilanciare il proprio impegno sulla promozione della vita umana. È determinato a far sentire la propria voce il popolo
pro-life che sta per partecipare a Roma alle Giornate dell’
Evangelium vitae, organizzate nell’Anno della fede dal Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione in collaborazione con l’Accademia per la Vita e il dicastero vaticano per la pastorale degli operatori sanitari. Sabato il popolo della vita si unirà per momenti preghiera, riflessioni e catechesi suddivise in gruppi linguistici, col pellegrinaggio alla tomba di Pietro. Domenica, poi, parteciperà alla Messa presieduta in piazza San Pietro da Papa Francesco. «Conviene impegnare tutti gli sforzi perché una seria e ragionevole cultura della vita vada ad imporsi al di là degli interessi particolari, delle crisi, delle emergenze che ci invadono, per riscoprire il valore della vita - spiega Paola Ricci Sindoni, presidente dell’Associazione Scienza & Vita –. Noi ci auguriamo che ci sia un risveglio della società civile frastornata e addomesticata da linguaggi che non dicono più il valore della vita e tendono a chiudersi nella dimensione del privato, nell’amara rassegnazione, in una dimensione comunitaria sempre più sfuggente». Si intende ribadire così i principi religiosi, etici e scientifici alla base di questa grande battaglia culturale. A cominciare dal fatto che, come ribadisce Giuseppe Noia, presidente dell’Associazione ginecologi cattolici, «l’embrione è il protagonista assoluto sul piano biologico, ha una relazione intima con la madre, e deve essere curato come un paziente adulto. Non è un fondamentalismo – rimarca – ma un parlare con le ragioni della ragione e, grazie alle evidenze della scienza, cercare una pacificazione culturale e sociale». Il pellegrinaggio a Roma sarà «un momento importante per insegnarci le modalità con cui dialogare con gli altri, e far sì che la cultura della difesa della vita non sia rinchiusa in steccati, ma proposta a tutti dentro una posizione di verità», sottolinea Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato Italiano Uno di noi (che curerà la raccolta di firme per la petizione europea). «Dobbiamo andare incontro a chi non la pensa come noi – spiega – non mediando sul contenuto ma sulla modalità di proposta, e dialogando insieme». Avendo come riferimento proprio l’enciclica
Evangelium vitae, che, ricorda il Comitato Verità e Vita, «è un autentico caposaldo in difesa della legge naturale, conoscibile dalla ragione di ogni uomo di buona volontà». «È il nostro manuale teorico e pratico – rimarca Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita –, contiene tutte le argomentazioni di fondo, sia per la fede che per l’applicazione dei valori nella società civile. È il testo più organico, completo, profondo, più proiettato verso il futuro sul tema della vita indicando le ragioni della fede e le ragioni della ragione» e mostrando che «la difesa della vita va collocata al centro della vita spirituale della Chiesa e di quella civile degli uomini». Proprio per questo, sottolinea Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la vita, «è importante collegarci ancora di più, prendere spunto da questo incontro per conoscere altri gruppi e realtà che saranno qui a Roma, unire ancor di più le forze nel mondo contro le leggi abortiste: questo ci permetterà di agire con maggior determinazione». «Poiché siamo di fronte a un’autentica deriva – rileva Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione medici cattolici – il richiamo che sabato e domenica sarà nuovamente riproposto rappresenta la voce di una cattolicità che non è mai convinta di aver fatto il proprio dovere fino in fondo. Noi vogliamo rilanciare ancora una volta questo impegno perché si rimetta mano al nostro lavoro con impeto maggiore. Attendiamo dal Papa una forte sollecitazione, che risvegli anzitutto le coscienze dei credenti». Tutti chiamati dunque a farsi promotori della difesa della vita, a partire da quella fragile. «La disabilità – spiega Salvatore Pagliuca, presidente dell’Unitalsi – non è un mondo a parte, qualcosa di estraneo alla realtà che viviamo ogni giorno, ma è parte integrante, e quindi bisogna dare tutte le opportunità perché si viva una vita degna di essere vissuta». «Il pellegrinaggio che converte verso Roma sulle tombe degli apostoli – rimarca monsignor Paolo Angelino, presidente dell’Oftal – si confronta con chi oggi è Pietro, cioè Papa Francesco. Vuol dire andare alle radici della fede. Andare alla tomba del primo Pontefice, ritrovare la fonte della vita, che non cammina verso l’ignoto ma verso Dio: per questo la vita ha piena dignità. Ed è vita vera sin dal concepimento. A Roma ci sarà la Chiesa che prega e riconosce la vita come grande dono di Dio».