mercoledì 24 novembre 2021
Adolescenti che hanno partecipato al Giubileo dei ragazzi del 2016 a Roma

Adolescenti che hanno partecipato al Giubileo dei ragazzi del 2016 a Roma - Siciliani

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Il Papa incontrerà in piazza San Pietro gli adolescenti di tutta Italia. Il giorno fissato è il prossimo Lunedì dell’Angelo. Lo ha annunciato ieri il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, durante la 75ª Assemblea generale straordinaria.

E Don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale di pastorale giovanile, non nasconde la soddisfazione sua, dei ragazzi e degli educatori: «Da almeno 2 o 3 anni – commenta – quando ci riunivamo nella Consulta nazionale emergeva la necessità di una maggiore attenzione per il mondo degli adolescenti, troppo poco considerato dagli adulti. L’incontro, chiesto al Papa dal cardinale Bassetti, accende la luce su questo mondo complicato e meraviglioso».

L’evento, ancora tutto da definire dal punto di vista operativo, vedrà coinvolti «tutti i ragazzi della Chiesa italiana dai 12 ai 17 anni – riprende Falabretti – e per tutti s’intende provenienti da diocesi, parrocchie, movimenti, associazioni. Sarà l’occasione per dire che questa età, così importante e così penalizzata dalla pandemia, ha bisogno di una cura pastorale ed educativa adeguata e specifica. Un ragazzo di 17 anni non è come un giovane di 22 e si avverte sempre più diffusamente il bisogno di una separazione tra queste età. Se per i giovani ci sono le Gmg, per gli adolescenti vanno pensati momenti specifici».

In questa prospettiva, la scorsa primavera era stato lanciato il progetto «SemediVento» che porta la firma del Servizio per la pastorale giovanile, dell’Ufficio catechistico e dell’Ufficio per la pastorale della famiglia della Cei. L’idea di fondo era dare impulso alla ripartenza post pandemia proprio agli adolescenti «e lo stiamo presentando nelle diocesi – spiega il direttore Cei – affinché tutti riconoscano che si tratta di un’età strategica. Serve rimettersi in moto in questo percorso, che costa fatica, e che mai è stato affrontato prima. Il processo richiede fantasia e cuore, e lo sforzo dell’intera comunità. Lo dico con un’immagine. È come se dovessimo organizzare una grande cena e curare con pazienza e costanza gli inviti, i piatti, la tavola, la convivialità: è questo l’impegno che ci viene richiesto».

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