Nel corso di bioetica che tiene all'Università di Torino, il prof. Maurizio Mori " persona tanto qualificata da presiedere la Consulta di bioetica, organismo privato di forte impostazione laicista " «non fa propaganda né catechismo di valori cui aderire». All'Unità (martedì 22) il professore precisa: «Forniamo gli strumenti ad adulti, che potranno poi scegliere la loro prospettiva». Ecco uno dei suoi "strumenti": «Gli animali sono esseri senzienti e dunque diventano pazienti morali. Hanno il diritto a non soffrire inutilmente, a non essere usati come cavie da laboratorio ["infine] a non essere mangiati». Sembra che il prof. Mori trascuri la differenza tra diritti e doveri. I diritti appartengono alle persone umane e alcuni " artificio tecnico " alle "persone giuridiche" (enti, società ecc.) mentre i doveri sono parte della moralità delle persone nei comportamenti, per esempio, anche verso gli animali. I quali non per questo hanno diritti, altrimenti dovrebbero avere anche doveri: si comportano solo secondo l'istinto. Se così non fosse, dovremmo incriminare i carnivori per "zoocidio" e spesso anche per omicidio, per furto (il gatto che ruba la bistecca), la gazza (ladra per definizione), le pecore perché sporcano le strade, cani, gatti e uccelli per atti osceni in pubblico. Oppure c'inventeremo corsi universitari paralleli di bio e di zooetica?
STORIELLE OSTETRICHE
Anche la rispettabile avvocata che rappresenta due "persone giuridiche" (le associazioni Hera e Sos Infertilità) davanti alla Corte Europea dei diritti umani, dove si sta giudicando la Legge 40, ha idee nuove. Al quotidiano ecologista Terra (martedì 22) dichiara che «il divieto di fecondazione eterologa rappresenta una minaccia per il diritto alla salute garantito dalla Costituzione e discrimina le coppie in base al grado di sterilità» e che, infine, tutto ciò «viola la dignità della persona» anch'essa tutelata dalla Costituzione. Insomma: primo, la fecondazione artificiale non è una cura, ma solo una specie di protesi temporanea; secondo, per non discriminare si dovrebbe riconoscere il diritto alla eterologa anche alle coppie fertili e non necessariamente in provetta; terzo (e qui sarò serio), la dignità della persona-madre rifiuta ogni forzatura a diventare, con le stimolazioni preliminari, una sorte di "fattrice" e quella della persona-figlio nel rispetto del suo diritto a nascere, secondo il parlare comune, come Dio comanda. O, invece, nei corsi di medicina e di diritto dovremmo istituire anche una materia di barzellette ostetriche?
NONNI ADOTTIVI
Su Il Giornale (giovedì 24) si scopre che l'adozione non esiste soltanto per dare due genitori a un bambino solo al mondo, ma anche per darli ai cani e ai gatti abbandonati. L'Aidaa (Associazione italiana difesa di animali e ambiente) fa sapere che «gli anziani che adottano i cani, stando alle risposte fornite nei formulari di adozione, dedicano al loro amico (meno male!) peloso dalle 9 alle 11 ore al giorno» e che «sul "che cane" adottare, i nonni nel 70% dei casi preferiscono meticci di piccola taglia». Una volta i piccoli meticci erano i bambini nati da genitori uno bianco l'altro di colore, ma con l'evoluzione, forse"
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