Da sempre il marmo ha rappresentato un ideale di perfezione e di bellezza. Non a caso gli antichi romani lo usarono per celebrare i fasti dell'impero, mentre Michelangelo lo plasmò per dare vita ai suoi capolavori. Ma il marmo, per ottenerlo, va strappato al monte con rischio e fatica. Il lavoro nelle cave è una lotta che in pochi sono pronti a combattere. Eppure c'è un angolo di Toscana dove l'attività estrattiva si tramanda di padre in figlio: è il territorio delle Alpi Apuane, tra le province di Lucca e Massa Carrara. Qui operano gli Uomini di pietra, come li chiama la serie tv iniziata ieri sera alle 21,15 su DMax (canale 52 del digitale terrestre e 170 di Sky). Si tratta di un docu-reality piuttosto particolare, nel senso che i cavatori vengono presentati con enfasi, con il loro nome di battesimo, inquadrati dal basso, le braccia conserte e l'espressione grintosa, quasi fossero personaggi dello spettacolo o dello sport, ma poi quello che ti affascina è il vederli all'opera, nel lavoro quotidiano, quando, con esperienza e passione, scavano la montagna, tagliano con il filo diamantato le pareti da “sbancare”, predispongono il “bacio”, ovvero il letto di detriti che deve attutire il ribaltamento delle cosiddette “bancate”, enormi blocchi di svariate tonnellate che poi vengono raccolti con giganteschi escavatori d'incredibile potenza e appoggiati con millimetrica precisione sui camion che li porteranno “al piano” attraverso una strada sterrata con tornanti da paura dove la maestria degli autisti deve impedire che il carico si sbilanci, altrimenti. Insomma, un lavoro duro e pericoloso che diventa un racconto televisivo dai toni epici. Per questo il docu-reality (disponibile anche su Dplay Plus) punta soprattutto sugli aspetti spettacolari dell'attività estrattiva, sulla grandiosità dei luoghi e sulla difficoltà di un mestiere che per la terra delle Apuane e della Versilia è stato per decenni una fonte quasi esclusiva d'impiego e di reddito e che tutt'oggi è fondamentale per la moderna industria lapidea, pur senza dimenticare i danni ambientali che l'estrazione del marmo provoca per vari motivi e al netto della pubblicità indiretta all'azienda scelta per realizzare la serie.
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