Il quesito che pone il nostro eno-gastronomo Massobrio è molto interessante: è meglio il cibo morbido, da spalmare, o quello croccante? E" vero che i nostri consumatori hanno poco voglia di perder tempo a tritare i cibi e, vivendo una vita fast, troppo veloce, preferiscono ingurgitare piuttosto che masticare. È buono un giusto equilibrio fra queste due categorie di alimenti, perché hanno caratteristiche nutrizionali diverse, ma è necessario tener presente che sia il croccante fritto che la spalmabilità dovuta alla presenza di grassi, possono nuocere. Nella prima categoria rientra il ciauscolo, o ciavuscolo, o ciabuscolo, comunque lo si chiami della provincia di Ascoli Piceno. È tipico e tradizionale, è un insaccato prodotto da tagli provenienti da pancetta, costate e spalla a cui vengono aggiunte consistenti parti grasse (50% circa) per mantenere il salume morbido e sono conciate con sale e pepe ed aromatizzate con finocchio, aglio o vino cotto. Quindi vengono sminuzzate finemente e tritate utilizzando trafile sempre più piccole, in modo da ottenere una pasta omogenea da insaccare nel budello naturale del maiale. Il ciauscolo viene poi messo ad affumicare vicino al camino e successivamente in un luogo fresco ed aerato dove termina la stagionatura che non deve essere troppo prolungata. Generalmente il ciauscolo viene consumato fresco, venti o trenta giorni dopo la preparazione: alcuni lo preferiscono più stagionato (massimo due mesi) poiché, col tempo, acquista una consistenza maggiore ed un aroma più intenso. Un etto di ciauscolo fornisce 26,5% di proteine e il 34,3% di grassi e tracce di carboidrati (1,5%) con un importo calorico pari a 420 kcal. Si tratta quindi di un insaccato abbastanza calorico, di cui non si può abusare, infatti alcuni produttori tendono a renderlo più magro. E" proprio l"alta presenza di grassi che sono di tipo saturo, che favoriscono, a lungo andare, l"insorgenza di lesioni arteriosclerotiche. Meglio mangiarne poco e offrire questo sacrificio per la Quaresima.
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