Il 27 giugno 1980 un DC9 Itavia decolla alle 20,08 dall’aeroporto di Bologna diretto a Palermo. A bordo 77 passeggeri (tra cui 11 bambini e 2 neonati) e 4 membri dell’equipaggio. L’ultimo normale contatto radio avviene alle 20,58. Sei minuti dopo il DC9 non risponde all’autorizzazione all’atterraggio. Alle 21,25 partono le ricerche. Solo all’alba viene avvistata una chiazza oleosa nel mare di Ustica, l’isola siciliana che darà così il nome a una strage di cui a 44 anni di distanza, dopo una serie infinita di depistaggi e di processi, non si conoscono i colpevoli, nonostante la quasi certezza che quella sera, intorno al DC9, sia avvenuta una battaglia aerea tra velivoli Nato e Mig libici. I familiari delle vittime, che si battono da sempre per avere giustizia, hanno creato a Bologna, in collaborazione con le istituzioni, il commovente e inquietante Museo per la memoria di Ustica in cui, al centro di una suggestiva installazione dell’artista francese Christian Boltanski, è ricomposto l’aereo con i pezzi recuperati in mare a 3.700 metri di profondità. Da qui è andato in onda martedì su Rai 3 lo speciale di Massimo Giletti, Ustica: una breccia nel muro, che ha il merito di aver portato contributi importanti alla tesi che il DC9 sia stato urtato o comunque destabilizzato da un jet militare, ma anche il demerito di aver provocato un contenzioso (forse nella speranza di reggere meglio l’intera prima serata) portando in scena il generale Leonardo Tricarico le cui tesi negazioniste sono da tempo ampiamente smentite. Giletti, che ogni tanto si è pure indispettito con la propria regia, non ha sfruttato al meglio nemmeno il pathos che trasmette il Memoriale. Alla fine, nella sua essenzialità, giungendo inoltre alle stesse conclusioni, è stato più efficace lo speciale di SkyTg24, L’inganno di Ustica - Una strage senza colpevoli, ideato e narrato da Max Giannantoni.
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