Su Israele prima del 7 ottobre la lucida denuncia di Grossman
venerdì 1 marzo 2024
«Ogni spada è un’arma a doppio taglio», scrive David Grossman in un piccolo, prezioso libro/pamphlet, sorta di sonda per orientarsi nello smarrimento dato dai tempi buissimi che Israele attraversa (La pace è l’unica strada, a cura di Alessandra Shomroni, Mondadori, pagine 90, euro 16,00). Aspettavamo una voce limpida e libera, che sapesse dar voce al disagio profondo, a ogni istante più contiguo all’angoscia, di chi dal 7 ottobre 2023 conosce dolore, trauma, scempio, ma anche di chi, già da prima, ha vissuto in prima persona il dramma altrettanto lacerante di sapersi e sentirsi capeggiato da un governo efferato nelle azioni e scriteriato nelle concezioni – quello stesso governo che dopo la fatidica data di ottobre, in nome della vendetta, ogni giorno, da mesi, perpetua il genocidio di un popolo e di un mondo intero. Aspettavamo una voce che si levasse da quel “mondo intero”, piccolo universo parallelo fatto di ideali e di speranze, quel mondo che da anni, persona per persona, luogo per luogo, lavorava con coraggio e con speranza a un dialogo tra palestinesi e israeliani. Quel mondo che ha visto invece negli ultimi cinque mesi stesso faticoso tessuto di dialogo cessare, traumaticamente interrompersi, venire reciso nel più brutale dei modi. Tale voce arriva da David Grossman, il più grande scrittore israeliano vivente. Il quale, in una raccolta di articoli pubblicati sia prima che dopo la terribile data, parlando del dramma insito nella crisi di Israele “pre 7 ottobre” ci riporta le principali componenti che contenevano già in sé stesse i prodromi del successivo disastro. Le sue parole descrivono le macerie di un’illusione collettiva spezzata, proprio quando le manifestazioni contro Netanyahu e la sua riforma giudiziaria fluviali sfilavano in tutto il Paese. E descrivono il presagio della fine dell’unità nazionale, e il rischio concreto della morte dello Stato di diritto e il conseguente avvio di una dittatura. Queste e altre denunce trapelano dagli otto scritti che compongono il libro. Grossman punta il dito su «l’accordo irragionevole in cui la religione è avvinghiata alla politica come un rampicante velenoso»; sul terribile connubio di illusione e repressione; sull’amarezza nel riscontrare vieppiù ogni giorno una realtà «violenta, rozza, inquinata». Denuncia queste cose prima del dramma spartiacque dell’attacco di Hamas compiuto il 7 ottobre, e tuttavia è come ne avesse il sentore. Perché un grande scrittore il cui sguardo sia lucido e maturo, ampio ma anche minuzioso, questo anche realizza: il potere demiurgico della prefigurazione. Leggere David Grossman aiuta a dissipare le nebbie di un’opinione diffusa e preconcetta, quella che sommariamente assembla la scellerata politica del governo Netanyahu alla vicenda in cui è coinvolto anche il “mondo intero” degli israeliani da quel governo lontanissimi, coloro che dall’inizio hanno visto nei coloni e nelle occupazioni di Gaza e Cisgiordania un disastro, che hanno avuto e hanno amici fraterni tra i palestinesi. Quanti procedono nel solco della democrazia e dello Stato di diritto, credendoci, sempre, nonostante tutto. In questo tempo di confusioni e divisioni molte volte oscurantisticamente sommarie e arbitrarie, un libro del genere è una piccola / grande pietra preziosa. Un talismano cui ancorarsi per non soccombere, per non cedere all’angoscia e allo sconforto del totale pessimismo sul futuro. «Chi saremo quando ci risolleveremo dalle ceneri e torneremo alle nostre vite?», Grossman si chiedeva in un articolo dello scorso 12 ottobre, e di nuovo in un successivo di pochi giorni dopo. Senza immaginare il disastro via via crescente dei mesi a venire; o piuttosto immaginandolo, in virtù della capacità presaga che gli accorda l’essere un grande scrittore. Qualcuno che dolore e perdita li respira, li ha attraversati, saputi trasfigurare, e ciononostante è rimasto integro nel cuore. Che vede il male e trova nell’animo, provatissimo, la forza e il coraggio di indicarlo. Senza sosta.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI