Se un cuscino robot a forma di gatto ci svela ciò che siamo
venerdì 13 settembre 2019
Comprereste mai un cuscino robot a forma di gatto, che muove la coda quando lo accarezzate? L'hanno presentato all'Eifa 2019, cioè alla fiera europea dell'elettronica di consumo. Qoobo, il peloso cuscino robot giapponese, costa 294 euro e spera di fare breccia in tante «persone pigre» che vorrebbero i benefici di un animale da compagnia senza l'impegno che comporta averlo.
Quando l'ho letto mi sembrava una mezza follia. Poi ho pensato che, proprio perché "estremo", questo gadget ci sta ricordando qualcosa di importante. E cioè che uno dei grandi pilastri sui quali appoggia il mercato digitale è la pigrizia umana. Come? Fornendoci scorciatoie sempre più evolute grazie alle quali otteniamo (quasi tutto) senza fatica. Senza impegno, senza studio, senza dover leggere troppo o ascoltare troppo; senza dovere spendere troppo tempo e troppe energie. E pazienza se questo ci sta appiattendo. E pazienza se un gatto viene sostituito da un cuscino.
Da sempre uno degli scogli più grandi per l'uomo è Babele. L'incomunicabilità. Nessun problema. Volete parlare con qualunque straniero? Non serve studiare. Bastano due auricolari blueetooth come i WT2 Plus di Time Kettle e grazie ad un'app potrete tradurre la voce del vostro interlocutore (o la vostra voce) in simultanea e in 36 lingue.
Per i "pigri" all'Eifa ci sono sempre un sacco di novità. Il robot cuscino Qoobo ma anche la lavatrice smart che si comanda col cellulare ma che soprattutto sceglie da sola il programma di lavaggio. Basta scattare una foto col cellulare alla pila di panni sporchi, prima di caricarli nel cestello, e la macchina farà tutto da sola. Stessa cosa fa un forno, suo gemello. Al posto del classico vetro frontale ha un grande schermo video, sul quale scegliere le ricette. Voi mettete gli ingredienti e lui fa tutto da solo. E se volete controllare la cottura non serve aprire il forno, basta attivare sullo schermo la telecamera posta nella zone interna e vedrete tutto in alta definizione. Samsung ha fatto ancora di più: ha presentato il guardaroba che asciuga e stira le camicie da solo.
Se uno dei pilastri della nostra vita digitale è la pigrizia, un altro è sicuramente quello di soddisfare il bambino che c'è in ognuno di noi. Vogliamo divertirci. A qualunque età. E per farlo non badiamo a spese. Per solleticare il nostro animo fanciullesco, ecco i cellulari pieghevoli (che fanno molto film di fantascienza), gli schermi che si arrotolano, le poltrone col massaggio incorporato per i videogiocatori e i robot che aprono le lattine di birra facendo divertire gli ospiti.
Un terzo elemento sul quale appoggia la tecnologia digitale è la nostalgia. Per cui ecco spuntare all'Eifa, a 40 anni dal suo debutto, la nuova versione del walkman Sony, cioè il primo riproduttore portatile di musica con cuffia allegata. Anche questo nuovo ha l'audiocassetta che gira. Ma è tutto finto. Si tratta di un lettore di musica digitale, per di più molto caro: quasi 400 euro.
Il quarto e ultimo elemento del mercato tecnologico è la cura di sé (che spesso sfocia in egomania). Con una doppia valenza: quella di placare le nostre ansie e le nostre paure (all'Eifa 2019 c'erano microtelecamere spia per ogni esigenza, anche nascoste in bambole e peluche) e quella di misurare e "curare" il nostro corpo. Ecco così l'app che controlla la nostra digestione, dispensandoci cure e consigli, le cinture che sembrano normali capi di abbigliamento ma nascondono sensori per monitorare il nostro corpo. Hai i piedi gonfi? Ci sono le scarpe che regolano da sole la temperatura interna. Dormi male? C'è la fascia che monitora il sonno e che manda al cervello suoni ad hoc per farti dormire meglio. Per ogni "malessere" c'è qualcosa.
Alla fine non ci resta che sperare che il mercato digitale sbagli almeno un po'. Altrimenti risulteremmo pigri, infantili, paurosi e un po' ossessionati.
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