Se nei giorni pasquali la tv ripesca la Bibbia
mercoledì 3 aprile 2024
Ieri un lettore lamentava la mancanza di programmi religiosi nei giorni di Pasqua, in particolare il Giovedì Santo. Nella pagina delle lettere, Andrea Lavazza giustamente rispondeva che all’origine ci sono problemi come la scarsa incidenza della cultura cattolica nel nostro Paese, la sensibilità cristiana più proclamata che vissuta e una società anestetizzata dall’intrattenimento continuo. Però, va anche detto che alcune reti (non molte per la verità) mantengono l’abitudine di adattare, almeno in parte, i loro palinsesti alle grandi festività. Per l’occasione si rispolverano vecchi film come Gesù di Nazareth, Jesus e persino Il re dei re, ma anche più recenti come Fatima. Oppure si ripescano documentari di qualche anno fa che comunque vale ancora la pena vedere o rivedere. È il caso, ad esempio, di Focus (canale 35 del digitale terrestre), che in questi giorni, a vari orari, sta riproponendo Le città perdute della Bibbia, due documentari («Il mistero del grande diluvio» e «I segreti di Ninive e Babiliona») che partono dalle indicazioni fornite dall’Antico Testamento per avviare un viaggio alla scoperta delle prime città sorte in Mesopotamia, ovvero nell’antico Iraq, terra di miti e leggende, ma anche dell’ambientazione di alcune delle più grandi storie della Bibbia: il luogo di nascita di Abramo, della Torre di Babele, ma anche del diluvio della tradizione sumerica a cui potrebbe rifarsi la vicenda di Noè e dell’arca. Si tratta di documentari non certamente ispirati da motivi religiosi e nemmeno troppo spettacolari, ma dai quali, come nel caso specifico dei due in questione, si apprende che i babilonesi e gli assiri di Ninive hanno lasciato un’eredità inestimabile e che la eco degli antichi sumeri risuona ancora nelle tre grandi religioni monoteiste a dimostrazione che dietro alle città perdute della Bibbia c’è realmente la storia degli albori della civiltà. © riproduzione riservata
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