Tempo da lupi. Avverte Francesco Merlo (“Repubblica”): «Il lupo entra al governo con la cuffia della nonna»: Cappuccetto Rosso sarebbe Draghi? Ma ben altro è il lupo a cui è bene rendere omaggio: Franco Marini, «il lupo (marsicano, ndr) dal cuore buono» (“Repubblica”). Il coro viene intonato da Aldo Cazzullo (“Corriere della sera”): «Molto diretto, dallo sguardo limpido, sempre disponibile con i giovani cronisti». Sulla “Stampa” gli fanno eco Paolo Festuccia: «Un politico puro, tutto passione, di grande generosità», e Annamaria Furlan: «Nella Cisl ha rappresentato un esempio di specchiata moralità». Filippo Ceccarelli (“Repubblica”) dipinge il quadro da par suo: «Addio Marini, la pipa spenta, il mezzo toscano, la scoppola da paesano abruzzese, un bel sorriso astuto».
La voce contraria, che utilizza gli stessi addendi per una somma di segno opposto, è sul “Giornale” (titolo: «Il lupo tradito dalla sinistra e sacrificato come un agnello») quella di Paolo Guzzanti: «Quell'aria da finto inglese di campagna, con la pipa in bocca (...). Era un congiurato permanente, onesto anche se difettava di senso dell'umorismo», e questo è curioso, perché il “Corriere”, in un sommario, gli riconosce «ironia, passione, determinazione». Nella stessa pagina del “Giornale” – e ci rifiutiamo di credere che si tratti di goffa compensazione – Silvio Berlusconi corregge il tiro, riconoscendo a Marini «la passione politica lucida e priva di faziosità». Riposa in pace, Marini. Lassù in questo momento sarai occupato a contemplare ben altre meraviglie.
Della serie “i giornali sono tutti uguali”, luogo comune per non-lettori pigri, brilla il confronto tra le copertine del “Giornale”, con un gongolante «Effetto Berlusconi», e del “Fatto” con un livido «Rieccolo. Alleato pregiudicato. Sfugge ai processi, ma va da Draghi». Desta maggiore interesse l'ampio servizio di Andrea Marinelli sul “Corriere” sul mistero dei bucatini scomparsi negli Usa: «L'intrigo della pasta appassiona l'America». No, i giornali non sono tutti uguali.
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