Né la guerra civile nel Salvador né i flussi record di bambini soli attraverso il confine messicano né la pandemia sono riusciti a fermare Ruben Garcia. Ora ci sta provando il governo del Texas e il 75enne fondatore delle Case dell’Annunciazione si chiede perché. «Non capisco perché l’Amministrazione statale mi prenda di mira adesso, quando faccio lo stesso lavoro da quasi mezzo secolo - dice Garcia -. È talmente triste. Il procuratore generale del mio Stato ha avuto l'audacia di paragonare un terreno sacro a un covo di criminali».
Garcia gestisce una rete di rifugi per immigrati a El Paso, in Texas, che hanno accolto e inserito nella società americana centinaia di migliaia di persone, senza mai chiedere se avessero un permesso di soggiorno. Perché Garcia, che è cattolico, vede il suo lavoro come una chiamata religiosa: aiutare i più vulnerabili, non importa come siano arrivati alla sua porta.
Il governatore del Texas, il repubblicano Greg Abbott, che da nove anni è impegnato nella repressione totale dell’immigrazione illegale, accusa Garcia di violare una legge statale del 2015 che ha creato il crimine di «incoraggiare o indurre» l’ingresso illegale nel Paese. La procura ha chiesto a Casa dell'Annunciazione di consegnare i registri con i nomi delle persone che ospita. Garcia ha rifiutato e il procuratore del Texas sta utilizzando il rifiuto come motivo per chiudere i centri. Papa Francesco ha definito l’indagine «una follia».
La linea di frontiera che taglia in due El Paso (l’altra metà, in territorio messicano, si chiama Ciudad Juarez) ha definito la vita di Garcia. «Da bambino ho attraversato il confine così tante volte per visitare i miei parenti in Messico che i due Paesi sono diventati una cosa sola», spiega. A 25 anni Garcia si è trasferito a Segundo Barrio, uno dei quartieri più antichi e poveri della città per lavorare come assistente sociale. «Lì un giorno ho incontrato un senzatetto e gli ho indicato due centri d’accoglienza gestiti dalla città, nella speranza di aiutarlo. Ma il giorno dopo era ancora per strada, spiegandomi che era stato allontanato perché non aveva documenti. Ho capito che c’era un grande bisogno di alloggi e servizi per le persone che venivano respinte dai servizi sociali».
Nel 1978 Garcia ha fondato un’organizzazione caritativa e la diocesi gli ha donato un edificio: Casa dell’Annunciazione era nata. «Da allora ci siamo dovuti adattare a molti cambiamenti - racconta -. In passato, la maggior parte delle persone che attraversavano il confine erano uomini messicani. Dal 2014 sono diventati bambini soli e famiglie provenienti da tutto il mondo». In risposta, Casa dell’Annunciazione ha ampliato le sue attività e reclutato più volontari. Ora quegli anni sembrano una passeggiata rispetto all’esplosione del numero di migranti verificatasi dal 2022 in poi, quando l'organizzazione è passata da fornire rifugio ad alcune centinaia di persone alla volta a dover trovare alloggio fino a 10.000 immigrati al giorno. Anche in quel caso, Garcia e i suoi collaboratori hanno trovato una soluzione: hanno chiesto aiuto ad altri luoghi di culto e organizzazioni non-profit, sono riusciti ad aprire un ulteriore centro e a prenotare blocchi di camere d’albergo. Garcia, che ha adottato e cresciuto sei bambini del Salvador, ha sempre preferito separare il suo lavoro da quello delle autorità per l'immigrazione. Ma negli ultimi anni le forze dell’ordine federali hanno cominciato a chiedergli aiuto, comunicandogli quante persone intendevano rilasciare dai centri di detenzione perché le potesse ospitare. «La reputazione di accoglienza di cui gode la città di El Paso è il risultato di decenni di lavoro trasparente guidato dalla fede - continua Garcia -. El Paso ha dimostrato come riportare umanità nella migrazione. È per questo che la causa del governatore assomiglia tanto a una ritorsione politica». Sebbene amareggiato, Garcia non perde speranza. I suoi avvocati hanno chiesto a un giudice di bloccare con urgenza l’istanza del governo: per ora, la sua attività continua. «Siamo usciti da tante situazioni difficili. Con l’aiuto di Dio e della comunità cristiana, usciremo anche da questa».
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