Proprio nel momento di peggior crisi del cinema italiano, con un 2017 che ha visto l'incasso dei nostri film crollare del 46%, una piccola luce torna a brillare. È quella del Fulgor di Rimini, la sala cinematografica celebrata in Amarcord, in cui il Federico Fellini riminese vide le prime pellicole. Ieri, nel novantottesimo anniversario della nascita del grande regista, dopo anni di abbandono e un lungo restauro, il Cinema Fulgor è rinato a nuova vita.
A tagliare il nastro, il ministro dei Beni culturali Franceschini, per il quale la riapertura «è il primo passo nella creazione del grande Museo Fellini che, insieme al Comune e come Stato abbiamo deciso di finanziare: è un riconoscimento a uno dei grandissimi della storia, della cultura, del cinema italiano». Soddisfatto anche il tre volte premio Oscar Dante Ferretti, che con Fellini ha realizzato sei film e che ha progettato l'allestimento scenografico della sala storica e del foyer: «L'ho fatta così perché è un tipo di sala in cui uno viene al cinema e si trova al cinema, il cinema di una volta».
Presenti anche la nipote Francesca Fabbri Fellini e l'attore Sergio Rubini, che Fellini scelse come suo alter ego nel film Intervista. I festeggiamenti per l'inaugurazione della sala si erano aperti con la proiezione, nella cineteca di Rimini, di Maciste all'inferno di Guido Brignone, il primo film visto da Fellini al Fulgor. La riapertura di una sala storica è un evento positivo, in un'Italia in cui i cinema cittadini storici chiudono, mentre resistono le multisale che proiettano solo filmoni di supereroi. Un invito a un cinema di qualità e riflessione.
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