Rai 3 sta dedicando il giovedì sera ai documentari su protagonisti della musica leggera italiana. L'altra settimana è stata la volta di Caterina Caselli - Una vita, cento vite di Renato De Maria. Questa settimana è toccato a Paolo Conte - Via con me di Giorgio Verdelli, regista che firma anche Mia Martini - Fammi sentire bella in programma giovedì prossimo. Il taglio e la qualità di questi lavori è tale da essere considerati veri e propri film d'autore. Non a caso, sia Caterina Caselli - Una vita, cento vite che Paolo Conte - Via con me, sono stati presentati con successo rispettivamente all'ultimo Festival del cinema di Roma e alla Mostra internazionale d'arte cinematografica a Venezia. Tra l'altro Paolo Conte, che avevamo già visto nel docufilm sulla Caselli, in apertura di quello a lui dedicato (recuperabile su RaiPlay) afferma di sentirsi un narratore di paesaggi e che le sue canzoni sono un po' come il cinema, con molta invenzione e poco di autobiografico. «Nei suoi testi c'è tanto cinema, perché ci sono immagini, odori, sensazioni, colori e piccoli colpi di scena», conferma Giovanni Veronesi, uno dei tanti testimoni-amici-estimatori, che vanno da Renzo Arbore a Pupi Avati, intervistati per l'occasione. Mentre lui, baffi, sigaretta e voce un po' nasale, si considera solo un autore che ogni tanto canta le sue canzoni. In realtà è un nobile, ma più che un Conte di cui il cognome è, come dice Roberto Benigni, un principe della musica italiana. E Verdelli lo racconta attraverso una grande storia, tenera e ironica, che non è soltanto musicale: è un intreccio di parole, versi e musiche, che fanno parte del nostro immaginario, attraverso le canzoni, i concerti, gli amici e le sue stesse riflessioni, punteggiate dal commento fuori campo affidato alla voce di Luca Zingaretti.
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